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Aggiornato: 17 giugno 2025
Lalla si era confessata, doveva comunicarsi a Valsanta, era pentita dei propri peccati, e coll'atto di contrizione faceva solenne promessa di non commetterne più... fino alla sera, alla sera di quel giorno medesimo in cui doveva trovarsi con Sandrino.
All'indomani per tempo, il ministro, come aveva promesso, fece chiamare Sandrino, e, fattoselo sedere dirimpetto, gli disse: Dimmi francamente, vieni a Roma volontieri? Io, sì, s'immagini! rispose freddamente il giovane. E che cosa vuoi fare a Roma? soggiunse lo zio. Nemmeno per sogno, saltò su a dire il ragazzo; vengo per lavorare sul serio, per farmi una posizione!
Finalmente ruppe il silenzio dicendo a Sandrino: A Roma colla protezione di vostro zio farete un rapido cammino, e travolto dalle ebbrezze della vita pubblica, al pari di lui, avrete ben presto dimenticato il povero villaggio, che vi vide nascere!
La conversazione venne interrotta dall'arrivo del padre di Sandrino, il quale avendo ricevuto un telegramma dal fratello che ne annunziava per l'indomani l'arrivo, era corso subito dalla signora Matilde per pregarla di volersi recare con sua figlia a tener compagnia al ministro. Ringraziandolo di tale onore, essa rifiutò dapprima recisamente l'invito, ma quando venne assicurata che questo era un desiderio dello stesso ministro, il quale nelle sue lettere chiedeva sempre di lei, non seppe lungamente resistere al desiderio di rivederlo, e diede una cortese adesione. Quantunque avesse oltrepassato i quarant'anni, era ancora una bella donna, e poteva piacere a chiunque, e tanto maggiormente al ministro, il quale, trovandola libera, poteva forse risolversi a terminare lodevolmente un romanzo incominciato a vent'anni, sospeso come l'appendice d'un giornale, per motivo della politica, mentre probabilmente dopo l'ultima riga il desiderio aveva scritto la solita frase: sar
Lalla sentiva gli occhi di Sandrino che cercavano i suoi, pure gli passò dinanzi senza guardarlo.
L'istitutrice si alzò senza fiatare. Altro che pensione, altro che rendita vitalizia!... Se si scopriva quell'amoretto, era spacciata! E corse da Sandrino per calmarlo. Non ascolto nulla, sono irremovibile. Voglia vederla, voglio vederla sul momento; ha capito?... Non si può, subito, non si può. Siate ragionevole, via, non le fate del male. Ci ha pensato lei, prima, se ne faceva a me, del male?
Sandrino scrisse tre altre lettere piene d'ira, di dolore, di minacce, ma a Lalla non fecero nè caldo nè freddo. Ho fatto bene pensava a non fidarmi di quel matto, a non lasciargli nulla tra le mani che mi potesse compromettere. Alla fine poi, perchè tante smanie? Gli ho forse mai lasciato sperare che sarei diventata madama Frascolini? No! No! No! E dunque?
Marito e moglie si consultarono, guardandosi negli occhi, senza parlare. Tutt'al più disse lei posso valutarlo trenta... trentadue lire; e faccio un affare assai magro. Trentadue lire! E Sandrino che avea ripetuta mentalmente la somma, ebbe un sussulto di gioia: i libri della signorina non iscappavano più. Allora si fece animo. Gi
Ma io non ti risponderò, signorino bello! esclamò scherzando con Musette, la quale, veduta muoversi la padroncina, era saltata sul letto, vispa, festante, dimenando la coda, e abbaiando dall'allegrezza. No, no! e Lalla parlava colla cagnetta come se questa fosse appunto Sandrino.
Dall'allegrezza dimostrata e sentita veramente da Lalla, non si deve credere che il capriccetto per Sandrino fosse svanito: tutt'altro; Lalla continuava anzi a scherzare con lui, ma tenendosi sempre a fior d'acqua, mentre il giovanotto c'era dentro fin sopra la testa. Per la signorina quella simpatia lì, era parte della sua vita di villa.
Parola Del Giorno
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