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Aggiornato: 5 maggio 2025
Il martedì si desinava in casa Bollati, e guai se non fosse stato così, perchè quel giorno non si accendeva il fuoco in cucina per non aver l'odor di bruciaticcio nel salotto attiguo, e anche perchè la padrona di casa non aveva agio da attendere alle faccende domestiche. Di tratto in tratto accadeva però che i Bollati avessero appunto il martedì qualche commensale di riguardo e allora essi mandavano a dire ai cugini: Venite domani. In questi casi, il conte Luca doveva limitarsi a mangiar pane e salame, e i bimbi sfamati alla meglio si mettevano a letto più presto del solito in ossequio al proverbio: Qui dort dîne. In quanto alla contessa Zanze, ella non prendeva che una limonata senza zucchero, tant'era la bile che le suscitava il procedere de' suoi boriosi parenti, i quali mostravano di tener in così poco conto lei e suo marito. Ah se non ci fossero stati di mezzo i figliuoli! Ma i figliuoli c'erano e non conveniva sacrificarli a un malinteso amor proprio. Perciò la contessa Zanze reprimeva presto i suoi moti di collera e procurava d'inculcare a Gasparo e a Fortunata la maggior riverenza verso i Bollati. Senonchè, l'indole de' suoi ragazzi era così dissimile che i germi gettati nel cuore dell'uno e dell'altra non potevano dare ugual frutto. Fratello e sorella avevano comune un gran fondo di rettitudine, ma nella sorella questa rettitudine s'univa a un'indole docile e mansueta; nel fratello invece essa si accompagnava a uno spirito altero, insofferente di freno. A ogni suggerimento, a ogni ordine, il primo impulso di Gasparo era quello di ribellarsi, il primo impulso di Fortunata era quello di ubbidire, cosicchè un psicologo chiamato a far pronostici sui due piccoli Rialdi avrebbe detto che Gasparo era un ragazzo indisciplinato e molesto, il quale sarebbe divenuto un uomo efficacemente e operosamente buono; Fortunata era una bimba angelica, serbata probabilmente a esser vittima d'ogni prepotenza e d'ogni ingiustizia, e la cui bont
Verso il cader del giorno li fecero scendere a terra pesantemente incatenati, e fattili entrare dal portone nella Fortezza, li chiusero separatamente in certe casematte sotto i baluardi del Maresciallo, attendendo il mattino per sacrificarli appena Gian Giacomo avesse abbandonato il Castello. Tra que' prigionieri trovavasi Falco, che per sottrarre il cadavere di Gabriele dal furore dei nemici cadde, come narrammo, stordito da un colpo sul cranio, e fu facile preda ai Ducali, che vedutolo inerme ed annodato inferocirono a lungo contro di lui coi fatti e le parole: ma quel guerriero Montanaro, d'animo quanto ardito altrettanto vigoroso e fiero, tutto sostenne con eroica fermezza: e mai un sospiro uscì dal profondo del suo petto, se non quando, tratto dalle navi a terra, passò, stretto in catene, sotto la volta del portone del Castello di Musso che aveva quasi sempre varcato tornando vincitore di quegli stessi che lo trascinavano a morte. Un soldato che Gian Giacomo teneva presso di se come servo, uomo per indole curioso e indagatore, vedendo dal Forte un movimento giù abbasso d'uomini d'armi Ducali dalle navi al Castello, di cui in quell'ora quasi tenebrosa non appariva la causa, s'adombrò d'alcuna trama, e uscito dalla porta, slisciò pian piano lungo le mura, evitando i Grigioni, sino in fondo della Fortezza, ove appiattatosi vide condur dentro i prigionieri Mussiani, e fra essi riconobbe distintamente Falco: ciò scoperto, si rivolse, e su su rientrò nel Forte. S'ignora s'egli palesasse la cosa a Gian Giacomo, e caso che gliene avesse fatto racconto, non si saprebbe comprendere per quali motivi quel Condottiero rimanesse inoperoso, e non tentasse strada alcuna onde salvare la vita a' suoi guerrieri facendoseli ridonare dal Vestarino. Ciò che è certo si è che trascorsa d'assai la mezzanotte, lo stesso soldato battè all'uscio della camera di Orsola chiamandola istantemente, e venuta questa donna ad aprirgli, le narrò a bassa voce che il marito di lei si trovava in quel medesimo Castello in mano dei Ducali. Orsola fu per isvenire a tale notizia, e appena riebbe la parola, pregò ardentemente quel soldato la guidasse tosto al luogo ove stavano i prigionieri, che avrebbe implorato dalla piet
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