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Aggiornato: 29 giugno 2025


Poco scrivon della risposta di Carlo; forse non amando a ripetere ingiurie contro il re di Aragona. Saba Malaspina, cont., pag. 379 a 381, porta una epistola, ch'ei dice breve e non è. Al magnifico uomo Carlo re di Gerusalemme e conte di Provenza, Pietro d'Aragona e di Sicilia re.

Anon. chron. sic., pag. 147. Nic. Speciale, lib. 1, cap. 4. Saba Malaspina, cont., pag. 358 e 359. Eriguntur in terris populares rectores, et capitanei fiunt in plebibus ad Gallicos persequendos, etc. Malaspina, cont., pag. 336. Diploma del 3 aprile 1282, docum. Bart. de Neocastro, cap. 27, 37, 41. Saba Malaspina, cont., pag. 356, ec. Annali genovesi, in Muratori, R. I. S., tom. VI, pag. 576.

Tolomeo da Lucca, in Muratori, R. I. S., tom. XI, pag. 1186. La scomunica del Paleologo si legge altresì nella cronaca di Eberardo, pubblicata dal Canisio, antiche lezioni, tom. I, pag. 309. Gio. Villani, lib. 7, cap. 57. Saba Malaspina, cont., pag. 350.

Saba Malaspina, cont., pag. 371-72-73. Di questo tempo v'hanno nel r. archivio di Napoli pochi diplomi, com'è ben naturale. Ne noterem tre, i quali se non ispargon molta luce su i fatti che narriamo, servono ad attestare la permanenza di re Carlo nel campo.

Saba Malaspina, lib. 6, cap. 2. Per la chiesa di Cefalù Carlo ritenne i dritti del porto, a quella tolti dagli Svevi, come si legge in un diploma del 14 luglio 1266, tra' Mss. della Bibl. com. di Palermo Q. q. G. 12, pubblicato dal Pirro, Sic. sacra, tom. II, pag. 806. Lo stesso ritraesi per Catania, da un diploma del 10 settembre 1266. Pirro, Sic. sacra, tom. I, pag. 535.

Così furon chiamati ne' mezzi tempi, per corruzione della voce dominio, le terre appartenenti propriamente alla corona. Saba Malaspina, lib. 6. Raynald, Ann. ecc. 1267, §. 4. La prima è senza data; l'altra di Viterbo, il 6 febbraio 1267. Capitoli del regno di Sicilia, cap. 1 di re Giacomo. Capitoli del regno di Napoli, pag. 26. Bart. de Neocastro, cap. 12.

Ivi si legge: Et missis sibi invicem nuntiis, conjuraverunt se ad invicem. Saba Malaspina, cont, pag. 358.

La regina di Saba, sovrana di quelle contrade, che per legge pare fossero sempre governate da donne, spinta dal desiderio di vedere l'impiego che si faceva dei tesori e delle ricchezze che si esportavano dal suo regno, volle visitare il Principe che le impiegava. Questa regina, secondo gli arabi si chiamava Belkis, secondo gli Abissinesi Maqueda: non si sa bene qual religione avesse, ma la cronaca abissinese la farebbe pagana prima del viaggio, e le fa abbracciare il giudaismo in ammirazione delle massime di Salomone. Lo sfarzo della Corte e la profondit

Da tutti gli storici contemporanei, e meglio dai fatti si ritrae ciò manifestamente. Si ricordino ancora i versi di Dante: Però ti sta che tu se' ben punito, E guarda ben la mal tolta moneta Ch'esser ti fece contro Carlo ardito. Inf., c. 19. Saba Malaspina, cont., pag. 339.

Giachetto Malespini, cap. 222. Le parole di Saba Malaspina intorno il messaggio a' Francesi usciti dalla citt

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