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Aggiornato: 29 giugno 2025


Il dado ormai era tratto e la rivoluzione prese animo e si gigante per l'inasprimento della popolazione svegliata dal rombo delle artiglierie. Si festeggiava il natalizio del re con la strage che palle e mitraglia facevano del popolo; e da parte del popolo coi rintocchi delle campane suonanti a stormo.

Certo egli era un negromante, che se la intendeva con gli spiriti maligni. Però la testa gli girava come un arcolaio; sentiva alle tempie il sangue picchiar nelle arterie; la camera gli si allungava stranamente davanti agli occhi; la persona del suo inquisitore si rimpiccioliva, in quella che la voce di lui gli suonava cupa e minacciosa come rombo di temporale in lontananza.

Non camminava sulla strada polverosa, a fianco di una fila interminabile di carri, onusti del frutto delle ruberie francesi, del bottino, che essi avevano fatto a Roma e che portavano a Parigi; ed invece del rumore dei carri questi urli, questo fracasso, scariche di fucili, lo schioppettio nefasto e lugubre delle mitragliatrici, urli di rabbia, di dolore, ed il rombo minaccioso del cannone.

Con le orecchie fischianti, gli pareva di udire il lontano rombo del treno in moto, si rivoltava un istante a guardare indietro, poi riprendeva la corsa, rassicurato per poco. Al pensiero che la notizia non era ancora giunta alla stazione, moderò l'andatura; riprese a correre col timore che le disposizioni per ricevere il convoglio fossero state trasmesse per telegrafo o per telefono.

riso, ed altre eran occhi, occhi splendenti di passïone in volti di follia; e mormoravan verso gli astri spenti parole di divina nostalgia. Il sangue. Il sangue, il sangue!... Lo vedea, nel grembo d’ogni fiore vermiglio, nelle nubi d’alba e di vespro, nell’orror del nembo; lo sentiva nel rombo d’ogni arteria, denso, caldo, gagliardo, veemente, sola ricchezza nella sua miseria.

E il getto purpureo, da quel petto sul tuo petto allora e sempre, e il vano tuo fuggire: e il subito cader dell’odio, a piombo sul corpo offeso: e il dopo: stupefatto vuoto silenzio, ove il terror dell’atto compiuto fremo come un sordo rombo. Ma tu non parli; e un tremito convulso dalla radice dei capelli ai piedi ti scrolla; e guardi tu, ma non mi vedi, o dai fratelli, per tua mano, espulso.

ad alto il negromante batte l'ale, ch'a tanta altezza a pena aquila sale. 50 Quando gli parve poi, volse il destriero, che chiuse i vanni e venne a terra a piombo, come casca dal ciel falcon maniero che levar veggia l'anitra o il colombo. Con la lancia arrestata il cavalliero l'aria fendendo vien d'orribil rombo. Gradasso a pena del calar s'avede, che se lo sente addosso e che lo fiede.

In mezzo al rombo degli umani guai Dolce rifugio sai che aspetta e tace Oltre il Tempo la Morte: ed anche sai Come sorrida un angelo di pace. Solo presso lo scoglio, ove il dolor mi lega, vedo nel vuoto abisso passar gli anni caduti e le cadute cose. Giran le spente occhiaie qua e l

L'assedio non poteva essere lungo. Ogni giorno scemava il numero e le forze degli assediati. L'Italia vile come Roma non osava nemmeno incitare i combattenti sopraffatta dal dubbio della vittoria. Nulla. In alto, sopra un colle, non uno dei sette immortali della storia antica perchè sovr'esso doveva cominciare la storia moderna, Mazzini pallido e sereno dominava una piccola assemblea, che percossa dal rombo dei cannoni gli si stringeva intorno. L'immensit

Ma la gaia brigata non lo intese; esso andò perduto in un lampo, in un rombo, in un frastuono, in un polverio, che fecero balzare indietro e cader tramortiti gli arcieri. Quando si riebbero, un gran vuoto era dinanzi a loro; i lampi, rischiarando l’aria, mostrarono il vasto cielo nuvoloso.

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