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Aggiornato: 29 luglio 2025
Dalla parte dello steccato si vide un lampo, anzi una corona di lampi; si udì un rombo, un tuono, uno schianto, che a lui smemorato fece traballare la terra sotto i piedi; e in meno che non si dice fischiò nell'aria una rovina di sassi, battè, saltellò, ruzzolò per la strada, mettendo lo scompiglio nelle prime schiere che si facevano innanzi.
Tutt'a un tratto verso l'ora del tramonto, mentre stava colla mamma ed il fratellino, che si lagnava nel suo letto, soffrendo più del solito, s'udì uno scroscio, un rombo terribile che fece tremare la casa come se crollasse. Mio Dio! che cosa succede? è la fine del mondo? disse la donna. Vado a vedere, disse Pierina. Con questo tempo? aspetta almeno che sia cessato, prenderai un malanno.
Udimmo un rombo, uno scoppio, uno schianto e dal posto ov'era l'albero si levò un fumo nero e lento, che rimase lì quasi immoto. L'ombra riprese, sottovoce: Signor tenente...
La stanza era rimasta all'oscuro, ma il fantasma non se n'era andato: Lucertolo lo sentiva, o gli pareva di sentire che si muovesse sempre. Un lampo guizzò, rischiarando all'improvviso la cameruccia. Al lampo succedette subito il rombo, il boato di un tuono, che si andò allontanando con immenso fragore.
Si rammentava, come in sogno, un bel paese illuminato dal sole, dove stava tutto il giorno all'aria aperta, in mezzo al profumo dei fiori, allegro e felice; poi una notte mentre dormiva nel medesimo lettuccio con Frida, si ricordava d'aver sentito tremare la casa, poi un rombo, un grido, e avea visto il palco della camera abbassarsi in modo che poteva toccarlo colle sue manine, e tanti sassi, tanta polvere, da rimanere accecati, poi più nulla.
Ella guardava dalla finestra in giardino, cercando distinguere attraverso la tenebra. I confusi moti dei due palmizii rispondevano all'urlìo più accanito del vento, al rombo più profondo del mare; v'era dunque la logica dei fenomeni e nessuna vittima umana rantolava presso la villa, come pareva.
«Resta!... Diventerai Nostra Madonna del Soccorso!... Ci porterai fortuna!... Noi faremo al tuo piccolo una cuna di stracci, e nella tua misera gonna sarai chiara per noi come la luna....» .... Ella rimase. E ritrovò per loro i canti del natìo monte selvaggio. Vibrava in essi il rullo del coraggio, vibrava in essi il rullo del lavoro, qual rombo di guerresco carriaggio.
Nella grande e strana dolcezza di quell'aprile, tutto il vasto parco era fiorito, fra la collina e il mare: i larghi viali dalle quercie austere, dai platani austeri, sotto l'arco verde oscuro dei loro rami, eran tutti biondeggianti di sottili raggi di sole, eran biondeggianti di piccoli e scherzosi occhi di sole. Lontano, nella gran rotonda luminosa era un cicalìo di bimbi e un cicalìo di passeri e il rombo sordo della citt
Martino Alonzo Pinzon fece di più: intuonò ad alta voce il Gloria in excelsis, a cui tosto risposero gli equipaggi delle tre caravelle. La terra si vedeva così chiaramente, e così vivo era l’entusiasmo di tutti, che l’almirante stimò necessario di lasciare il suo rombo, che era stato sempre il ponente, governando per tutta la notte a garbino.
A pena fuori, fui costretto a fermarmi per resistere alla soffocazione dell'ambascia. Pensai: "Se non riesco a dominare i miei nervi, tutto è perduto." Tesi l'orecchio, ma non udii se non il rombo delle mie arterie. M'avanzai per l'andito fino alle scale. Non incontrai nessuno. La casa era silenziosa. Pensai: "Tutti gi
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