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La bara deposta, i Fratelli, divisi in due schiere, andarono ad uno ad uno a collocarsi dietro l'altar maggiore. Tutti gli altri si gettarono in ginocchio. Squillò sottilmente un campanello. Don Sebastiano uscì a dir la messa: il coro intuonò le funebri litanie. Otto grosse candele ardevano intorno alla morta, e la cera gocciolava agglomerandosi lunghesse in grosse e bizzarre stalattiti, che Baccio, in ciò assai più decoroso dei sagrestani di citt

L’allegrezza della brigata cresceva, e il nostro pauroso frate non si scandolezzò punto, quando il capo degli arcieri intuonò l’inno che egli aveva insegnato.

Al suo apparire tutti si alzarono. Egli li benedisse in prima, poi li ringraziò per brevi e gravi parole della sollecitudine che avevano mostrata nel venire a consolidare del loro voto i decreti di Dio. E scoverti della testa com'erano, intuonò la preghiera per invocare lo Spirito Santo.

San Gaudioso se ne avvide egli pure, e temendo che l'orgia non si fosse prolungata come di consueto nella profusione e nel brio, per rinfocolar l'energia, con la voce la più scordata e la più slegata possibile, biascicando ancora alcun poco le parole, intuonò la vecchia canzone

La madre e lo zio, pur sempre dirottamente piangendo, strinsero con effusione d'amore la mano scarna del vegliardo, ed attraversato il piccolo portico scomparvero. Il curato li seguì coll'occhio sino a che videli perduti fra le ombre della bistorta callaia, ed allora rientrò e messosi ginocchione presso il lettuccio intuonò il canto dei morti.

Incuorato dal plauso della brigata il paggio intuonò la terza strofa:

Chieggo scusa balbettava il pover'uomo io solo a Napoli, solo, solo. Così si vive, signor, lavorando. Richter mio buon amico. Poveretto. Improvvisamente un fragore di battimani giunse a noi dalla sala; subito dopo l'orchestra intuonò la marcia reale. La regina entrava. Passarono quattro minuti; nessuno fiatava nel vicolo.

Sempre inginocchiati, si presero per mano e recitarono il rosario: Elisenda sospirava Kirie Eleison, Estebano rispondeva Christe Eleison, e le grane delle avemarie scorrevano lievi lievi fra le dita tiepidamente intralciate. Quand'ebbero finito, Estebano intuonò: Veni de Libano, sponsa mea, veni, e nel suo canto s'udivano le vibrazioni dei sorrisi e delle lagrime.

Udirono infatti una voce dolce, tenera ed armoniosa, ma i cui suoni, debolmente articolati, non permettevano di distinguer nulla che somigliasse a parole. Ben presto essa cessò, e lo strumento che l'accompagnava intuonò teneri concenti. Sant'Aubert osservò che i tuoni n'erano più pieni e melodiosi di quelli d'una chitarra, ed anche più malinconici di quelli d'un liuto.

Noi non potremmo giurarlo, ma quasi vorremmo scommettere che in quel punto la signora Marianna intuonò mentalmente il Magnificat. Lo sconosciuto adoratore non si volse neppure a guardarla.