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Talvolta perfino intonava le canzoni che aveva intese, che aveva ella medesima ripetute mentre giovinetta attendeva al donnesco lavoro, o quando colle compagne vagava di primavera cogliendo mazzolini di primolette e virgulti di mirtillo, ovvero nell'estate, in una barchetta, lungo le floride rive del Vergante, lasciandosi in balìa di un placido venticello, salutava le bellezze della natura, e al creatore di essa porgeva l'omaggio di un cuore puro e giocondo. Erano cantilene di amore; più spesso erano arie melanconiche, la cui mesta armonia meglio si addiceva allo stato dell'animo suo. Singolarmente le andava al cuore una romanza, in altri tempi composta da Buonvicino, e che egli medesimo più volte aveva accompagnata col liuto, mentre essa la cantava sopra le note, pure da lui ritrovate. Ed era questa: A che pensava ella? di chi si ricordava? Un giorno, l

Davvero devo essere stata trasformata in Isabella! Proverò a ripetere 'Rondinella pellegrina;" e si mise le mani conserte al petto come se stesse per ripetere le lezioni, e cominciò a recitare quella Romanza, ma la sua voce suonava rauca e strana, e le parole non le uscivano dalle labbra come una volta:

È una romanza in azione disse il maestro di musica rompendo il silenzio. Duetto d'amore strillò un giovanotto. Non li disturbiamo disse soavemente Paola. Ehi, dalla barca! urlò il marito di Paola, come per contraddire sua moglie buonasera, buonasera, divertitevi! Tutta la brigata ripetette: Buonasera, buonasera, divertitevi!

A simiglianza del Cavalier poeta, che implorava alla Dama d'accoglier la romanza benigna coll'onor della Gualdana, propiziate insana turba e schiava, la triste forma della Maga Oriana. «......... optimum videtur» Satyricon PETRONIUS. S'erge il trono di bronzo e stanno intorno le tre pie suore intente a salmodiare: stringe la destra il bel calice, adorno del liquore che fa dimenticare.

Una lezione della romanza castigliana Conte Arnaldos, edita dal DELIUS e riferita dal NIGRA, Canzoni ecc. Riv. Contemp., fasc. gennaio 1860, p. 82:

Il canto veniva da un balcone poco discosto dal suo, anch'esso al terzo piano: aguzzò gli occhi, vide un'ombra bianca, era una donna che cantava una vecchia romanza del Tosti, poco nota, che è piuttosto un recitativo e che comincia così: Il gallo canta; e i sogni lieti o tristi Fuggon nel grande oblìo. Torna al mondo dei sogni, onde venisti, Larva dell'amor mio........

Castagnola ha cantato in una romanza, Emellina, la tragica fine di Corradino, il tradimento di Astura e la sua morte. Emellina è il nome di una fanciulla, figlia di Frangipane, la quale, vissuta in un castello solitario fra il cielo, il mare e le selve, s'innamora di Corradino, al primo apparir di costui, e invano tenta di salvarlo. Il soggetto è buono, ma non sempre son buoni i versi.

Grande analogia con la nostra romanza ha un canto provenzale (Lou Moussi) edito dall'ARBAUD nella citata raccolta (I, p. 127-30). Ma questo, molto inferiore, le cede sopra tutto nel colorito e nell'effetto drammatico, il quale vi è scarso, oltre che nella chiusa, lontana le mille miglia da quella cosí pura e serena idealit

Era una Romanza senza parole che Giuliana prediligeva e che miss Edith sonava spesso; era una di quelle melodie velate ma profonde in cui pare che l'Anima rivolga alla Vita con accenti sempre diversi una medesima domanda: "Perché hai delusa la mia aspettazione?"

L'ex-baritono uscì in breve dalla sua beata fantasticheria, si pose al cembalo senza dir parola, e dopo alcuni accordi di preludio, intonò con voce stentorea la romanza del Trovatore. «Che voce! esclamava ogni tratto Antonio, chinando il capo sul mento e guardandomi sott'occhi, che voce! benissimo! benissimo! Sai qual'è la disgrazia dei nostri teatri? aggiunse quando l'altro ebbe finito.