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Aggiornato: 5 giugno 2025


Non poteva staccarmi dalla mia cameretta, muto testimonio di tanti sogni, e girava gli occhi intorno, quasi salutando quelle pareti che per tanti anni mi avevano ricoverato, e veduto crescere, amare, soffrire e vivere d'illusioni. Ma essendo giunta da un pezzo la vettura, dovetti risolvermi, e scendere le scale, accompagnato dalla Veronica che singhiozzava.

Io mi sentii turbata, e siccome mi trovavo proprio accanto a lei, non sapevo risolvermi a levar dal paniere il mio pane bianco, con quell'uva fresca. Mi pareva che la vista di quelle buone cose dovesse affliggerla o ricordarle i suoi bei tempi. A un tratto mi venne un'idea, un'idea da bambine. Richiusi il paniere e ripresi il mio ago torto. Perchè non mangia? mi chiese la signora Maddalena.

Non attesi lungamente. Dopo alcuni minuti d'indugio mi accorsi per sensazioni nuove e inesplicabili che io non era più solo nella stanza, sentii per così dire la sua presenza; e prima che avessi saputo risolvermi a formulare una domanda, la mia mano agitata e convulsa, mossa come da una forza estranea alla mia volont

Sono sul punto di prendere una gran decisione e non so risolvermi. Quel terribile scrupolo mi trattiene, mi fa esitare. Non vorrei commettere un delitto. Oh! fece il dottore, stupito. Lei non è capace di far male a una mosca. Volontariamente, no; ma per leggerezza, per sbadataggine.... Parli, e conti su la mia devozione, sul mio affetto, se non su la mia scienza. Conto su questa soprattutto.

Io non speravo più nulla; sapevo bene che, fuori della morte, non c'era altro scampo per me; sapevo bene che ogni giorno più il cerchio si stringeva. E pure, lasciavo passare i giorni a uno a uno, senza risolvermi. E avevo un mezzo sicuro per morire! Ella s'arrestò. Obedendo a un impulso repentino, io levai il viso e la guardai fissamente. Un gran fremito la scosse.

«La fama della Legione Italiana si era sparsa tra questi nostri coraggiosi compagni, squisiti estimatori del valore; e quando si seppe che eravate, rimontando l'Uruguay, per combattere le orde di Oribes e di Rosas, essi ardevano dal desiderio di riunirsi a voi e poco faticarono a risolvermi, essendo io stesso gi

Ah! signore, molto a stento. I venti freddi che soffiano in questi luoghi nell'inverno, sono cattivi per me. Aveva pensato più d'una volta di domandare il permesso a vostra eccellenza di lasciarmi abbandonare i monti per ritrarmi nella valle; ma non so come sia, io non posso risolvermi ad abbandonare queste vecchie mura dove ho vissuto per tanti anni.

«Perchè.... infatti....» rispondeva frattanto Ermanno, cercando le parole, «perchè io non ho la forza, il coraggio necessario a parlare, a risolvermi, a credere in me stesso... ma perchè sento pure che se ogni speranza dovesse essermi tolta, io non so che cosa avverrebbe di me...» Un fosco lampo si era acceso nel suo sguardo, mentre egli si prendeva la fronte in una mano. «Mi perdoni, signora contessa!..» riprese dopo un istante, «mi perdoni se io non mi sono saputo frenare, se le ho parlato troppo di me... È che la mia esistenza è molto triste! che ho sofferto tanto! che non ho nessuno a cui confidarmi!..» Rosalia di Verdara aveva sentito passarsi un brivido di commozione per tutto il corpo, intanto che l'altro, con voce rotta, le diceva tutta la solitudine della sua vita, i suoi precoci dolori, le lotte del suo spirito ammalato, la sfiducia da cui si era sentito sempre più vincere, fino al desiderio di sparire, di rientrare nel nulla; e il raggio di speranza che era ad un tratto brillato, il nuovo soffio di vita che gli aveva allargato ad un tratto il petto oppresso, quando aveva cominciato a conoscere la signorina di Charmory. La commozione della contessa si faceva amaramente tenera; ella vedeva che quell'amore era necessario ad Ermanno come la luce, come l'aria, e che sarebbe stato ucciderlo il contrariarlo. Chi poteva dunque volere il suo male?.. Era il suo diritto di vivere, di esser felice dopo una miseria spirituale la cui esistenza ella non sospettava neppure, la cui rivelazione erale causa di un turbamento profondo. Tutta presa dalla piet

Dimmi tu ora, Giovanni dell'anima mia, se con questa allegrezza della Gioiosa Guardia, dove ho portato con me il premio maggiore che uomo potesse sperare dei patiti travagli, e con l'onesto desiderio di lasciarne memoria ai dolci nepoti, io possa risolvermi di lasciare questo mio nido di pace per le chiamate del colle di Carignano. Che c'è? disse Juana, turbata a quel cenno improvviso.

Come, per vero, avendo un dovuto risolvermi ad accettare le imperiali munificenze, dalla santa memoria di quell'imperatore fui accomandato a quel medesimo sir Adalberto arcivescovo di Brema, il quale dipoi il suo proprio figliuolo Enrico IV ebbe l'onore di consigliare.

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