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Aggiornato: 2 luglio 2025


Mi fermai a dire due sciocchezze con la tabaccaia; la Luisa mi rimproverò perché io era uscito, io le accennai che ritornavo in casa; ci si bisticciò, si fece la pace, si rise eppoi andai in camera a scaldarmi. Non sentendo più dentro me alcun'indizio di malattia, la sera me ne andai al solito Restaurant; vi entrai tristo: ripensavo che l'ultima volta ci ero entrato insieme con Rossi!

Quando sono savio, il babbo dice che ne ho sette, rispose Bruno. Quando sono cattivo, dice che ne ho otto, perchè a otto anni bisogna essere uomo. Tra i sette e gli otto, dunque, rilevò Nicla sorridendo. E perchè sei cattivo? Ah! rispose Bruno sbuffando. Come si fa?... E c'era in quel sospiro tanta noia, tanta impazienza, che la fanciulla non rise.... Non stanno mai tranquilli, soggiunse Bruno.

Rammentate ancora i suoi torti? Com'egli rammenta i miei.... Non avete fatto pace? non vi siete spiegati? Nemmen per sogno!... E volete ch'io sia gelosa di lui, quando egli non è geloso di me? Superbi: tutt'e due troppo superbi! osservò Ariberto. Ma è vero o non è vero che Folco non è geloso? incalzò la contessa. Ariberto rise.

Disse, scrollò la mano del medico stupefatto, rise forte e fece atto d'andarsene; ma Agenore la trattenne. Dunque sono un ambasciatore in ritardo?... Non ho maggior fortuna a trattare gl'interessi degli amici che i miei? dunque?... Ottimo amico! disse Ernesta. Agenore sospirò. È qualche cosa.... ma non mi basta; la risposta.... voglio la risposta, l'ho da portar io a Leonardo.... ci tengo....

Luchino ne rise più degli altri, ma uno storico soggiunge che quella notte non dormi. Chi può averlo detto a quello storico?

Gisella non si adontò, non rise: calma, se non tranquilla, perchè ella pure doveva fargli una confessione solenne, rispose: Ebbene, anch'io, signor Maurizio, vi amo. Zitto, non mi dite più nulla. Non guastiamo il valore delle nostre parole; viviamo profondamente il silenzio di quest'ora. Qua, la vostra mano nella mia! Ma come arde la vostra, mio povero amico! Celeste oblìo.

E Valeria rise e disse: E' vero! Una ragazza italiana non deve avere una individualit

Puliamoci il muso, dissi levandomi il fazzoletto di tasca. Tutti si messero a ridere. E Giorgi anche ora rise a squarciagola della sua barzelletta, mentre il galantuomo si restrinse a un certo suo sorriso di satiro, che scoprì i denti neri nella bocca che gli arrivava agli orecchi.

«Rise ancora, mentre le spiegavo come avevo fatto e le chiedevo il permesso di tenere il soprabito in sala da pranzo per non espormi alla curiosit

Che chi si chiama Wilson? esclamò Edith, molto impaziente. Ma come vuoi che lo sappia io? disse il nonno. Allora Edith rise, e rise anche il vecchio. Via, fa lo stesso, nonno, disse Edith; non pensarci più. Vieni a vedere il béby. Che béby? disse il nonno. Ma, nonno!... Il béby del figlio di tuo figlio Tom. Come? disse il nonno. Torna un po' a dire....

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