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Aggiornato: 31 maggio 2025
Paolina Zaeli, ripensando in silenzio alle disgrazie della sua ospite, sentiva in sè l'abilit
E mentre ora, ripensando alle parole brevi ed ardenti, che il conte Alvise le aveva susurrate in quella sera, ella chiedevasi che cosa dovesse fare, una penosa incertezza, prima debole e lieve, indi ognora più forte, si veniva impadronendo di lei. Non che, pure in balìa di tanto turbamento, Loreta avesse smarrito neppure per un istante la coscienza del proprio dovere.
Egli era in quel momento con la mamma, e faceva l'impostore. La fanciulla sorrise, al ricordo. E ripensando alla giovane signora dai lunghi occhi scuri nel piccolo volto pallido, su cui spirava un'intelligenza sempre attenta, le sembrò che il mestiere d'impostore dovesse essere di fronte a lei singolarmente difficile.
Sedetti e meditai lungamente, e ripensando al passato dimenticavo il presente, e gli oggetti che mi stavano sotto gli occhi mi facevano scomparire i lontani: la distanza offuscava la vista come la nebbia. In Valtellina mi pareva di veder Milano nascosto dietro i monti, i laghi, le campagne, lontano, lontano, nell'ombre semibuie del vespero.
Antonietta infatti piangeva in un nuovo accesso di commozione, ripensando al cadavere, che aveva lasciato laggiù sulla tavola di marmo. Ti dirò tutto, replicava Antonietta. Ora andiamo a casa!... Antonietta taceva, mentre Roberto era tutto intento a indovinare il segreto che le dava tanta ambascia.
«Tutto ciò ben calcolato, e rinunziando per mio figlio ad altri e più gelosi sentimenti del mio cuore, e ripensando a quanto voi mi avete gi
Chi?» domandò ella. Chi! chi! Alpinolo. Signor no... ho gran paura... Dio nol voglia, ma qualche disgrazia deve certo essergli accaduta. Un animo me lo fischia all'orecchio. Povero giovane!» E fra il così dire, dava pure qualche sguardo sospettoso e di sottecchi a quell'ignoto, ripensando in che gran bestia l'avea veduto la sera antecedente.
Più volte lo guardai anche mentre dormiva, lo guardai a lungo, pensando e ripensando al mezzo, distratto dalla visione interiore del morticino in fasce disteso su la bara tra corone di crisantemi bianchi, tra quattro candele accese. Egli aveva il sonno calmissimo. Giaceva supino, tenendo le mani chiuse a pugno col pollice in dentro. A quando a quando le sue labbra umide facevano l'atto di poppare. Se mi giungeva al cuore l'innocenza di quel sonno, se l'atto inconscio di quelle labbra m'impietosiva, io dicevo a me stesso, come per raffermare il mio proposito: "Deve morire." E mi rappresentavo le sofferenze gi
L'anima sua fu allora occupata dalla meraviglia. Egli non credeva possibile dipendere così da una creatura umana. Ripensando i suoi passati amori non rinveniva nulla di simile alla presente realt
Ezio, che conosceva il carattere tragico della bella avventuriera, molto amica delle scene melodrammatiche, affrettò il passo per sottrarsi a un fastidioso senso di stizza, che per poco non gli fece alzare il bastone sopra le spalle d'una donna. Sciagurata! mormorò tra i denti, ripensando all'antica scenata di Liana contro la baronessa nei pubblici giardini di Nizza.
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