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Aggiornato: 3 giugno 2025
Il fuoco scivola col petrolio incendiando un ammasso di stracci. Il fuoco corre, si arrampica crepitando. Franci resta immobile, seduto. Io rimango pure immobile, seduto. Quando fu certo che il fuoco non si sarebbe più spento Franci mi disse: Ora andiamo! Gli strinsi la mano e lo seguii dicendo: Sono d'accordo coi bosniaci e con te. Annotta.
Onorate l'altissimo poeta. Il bello e il deforme. I miei classici. Rimango nei teatri, se non vi spiace, perchè ci ho dell'altro da dirne.
Tu, Omar, rimarrai al mio fianco pronto a comandare l'abbordaggio se il nemico arriva fino a noi, e tu, Fathma, ritirati sotto la tettoia. Per prenderti bisogna che passino sui nostri corpi. L'almea si rizzò fieramente con gli occhi accesi. Io qui rimango, diss'ella. Voi vi battete per me e io mi batterò per voi. Ma la pugna sar
Fu più volte invitato a ritirarsi, rispose sempre «No, rimango!» Il duca è un uomo coraggioso, freddo, e di gran buon senso. Quando gli sottopongono dei piani militari li esamina bene poi dice spesso: «Non vanno, portatemene degli altri». Riesamina, accetta o rifiuta senza boria, nè presunzione. Ha un ottimo capo di Stato Maggiore: Fabbri.
Se dorme, mi siedo, senza far rumore, sulla poltrona, accanto al letto, e rimango lì a guardarla, nella penombra, immobile, trattenendo il respiro, fino all'alba. Un silenzio. RAIMONDO è rimasto assorto, pensieroso, con gli occhi bassi. Un pensiero doloroso l'opprime, e una lacrima gli è spuntata sulle ciglia. PIERO, dopo un istante gli posa una mano sulla spalla.
Tosto che 'l duca e io nel legno fui, segando se ne va l'antica prora de l'acqua piu` che non suol con altrui. Mentre noi corravam la morta gora, dinanzi mi si fece un pien di fango, e disse: <<Chi se' tu che vieni anzi ora?>>. E io a lui: <<S'i' vegno, non rimango; ma tu chi se', che si` se' fatto brutto?>>. Rispuose: <<Vedi che son un che piango>>.
La sera, dopo che vi ho lasciata, quando entro in casa, ancora tutto pieno della vostra immagine, rimango qui solo per delle ore, ripensando i nostri colloquii, e chiudo gli occhi e vi rivedo e risento la vostra voce, e respiro la fragranza che reco con me negli abiti dal vostro salotto. Oh! questa stanza vi conosce come una vecchia amica, sa il vostro nome, me l'ha inteso ripetere tante volte!
Fosse una trama ordita da lui? Ah! potessi sapere che cosa avvenne di Marzio! Eccellenza, proseguì il garzone, se ha cosa da comandarmi rimango; altrimenti non vorrei riuscirle importuno... No, figlio mio; ti ho chiamato perchè tu veda portarmi un po' da mangiare... Subito, Eccellenza; e andava. Senti, vieni qua; adesso fa giorno, o notte? Notte, perchè senza lumi qui non ci si vedrebbe.
Ed elli a me: «Nessun tuo passo caggia; pur su al monte dietro a me acquista, fin che n’appaia alcuna scorta saggia». Lo sommo er’ alto che vincea la vista, e la costa superba più assai che da mezzo quadrante a centro lista. Io era lasso, quando cominciai: «O dolce padre, volgiti, e rimira com’ io rimango sol, se non restai».
Mamma, io rimango! annunziò Bruno. Naturalmente! rispose Clara Dolores. Gigi la vide allontanarsi, rientrar nel crocchio, dare ordini ai domestici, sorridere agli amici, osservar che tutto fosse ben disposto: salire infine nella sua carrozza e guardarsi ancora in giro per l'ultima occhiata. Che brio! esclamò Gigi. Che grazia! È la sua vita! osservò Bruno.
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