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Aggiornato: 10 giugno 2025


Ma la testa gli ardeva; il sangue martellava alle tempie; però, come fu giunto alla strombatura di una finestra, aperse le imposte e si affacciò sul verone a respirare l’aria fredda della notte.

Glielo dirò io.... come sta! esclamò gravemente. Lo fece sedere, distendere sulla poltrona, gli sbottonò la giacchetta da camera; gli ascoltò il cuore a lungo, mentre lo faceva respirare; gli picchiò colle nocche di qui.... di .... tornò ad ascoltarlo, a fargli emettere un sospiro lungo.... lungo.... più lungo.

I doni che le si facevano lungo l'anno, le strenne di Natale, tutto riponeva per quel giorno desiderato e lontano. Ma aveva l'amore gaio; non la si udiva mai rimpiangere la lontananza dell'innamorato. Era sicura di quell'amore come di respirare e di vivere; il più lieve dubbio non era mai sorto nel suo cuore onesto; e quel pensiero del bersagliere la colmava di gioia.

E senza poesia che cosa è la vita? Lo so anch'io: vi sono dei fannulloni innocenti, buoni, che amano le loro mogli, che non sono neppur giuocatori; ma che della noia hanno fatto la loro atmosfera, e non sanno escirne per respirare un'aria più vitale, più fresca, più inebbriante.

Ahi deserti campi, ameni boschi ove menai vita innocente e solitaria, io più non verrò a respirare in grembo alla vostra quiete il balsamo dell'esistenza! Io sperava bearvi di lei che me facea beato, mentre mi riscaldava a' suoi rai d'amore, ma ogni speranza fuggì: sar

Bice non aveva parlato durante la lunga visita. Quando uscirono finalmente dal gran portone, parve loro di respirare meglio, ella camminava a testa bassa. Ti senti male?

Entrate « disse Laidulfo, sedendosi ad uno scanno per dar cominciamento al pranzo ». Erano due persone imbacuccate fitte fitte nel mantello, una che portava in mano preziosa fiala di nanfa ed odorava, come fosse costretto respirare aria palustre, l'altra che restò alla finestra del corridoio a guardar nella corte. La casa che abitava Laidulfo era una topaia in vasto, nero e sdrucito edifizio.

Il duca rimase per qualche tempo la fronte nelle mani, la testa appoggiata al dorso di una poltrona, senza neppur osar respirare. Che dramma tempestava nel suo cuore? impossibile sbrogliarlo! Fluttuava nel caos. Passioni e dubbi, risoluzioni estreme e scoraggiamenti, rimorsi ed odii si allacciavano, si contorcevano. Infine, egli uscì lentamente, senza sapere che si facesse, sempre assorto.

Emilia restò nell'atteggiamento in cui l'aveva lasciata, col cuore così oppresso, che poteva appena respirare; udì il rumore dei di lui passi indebolirsi mano mano. Fu scossa da tale stato dalla voce della contessa che parlava in giardino. Allora versò lagrime che la sollevarono, e così, ripreso vigore, ebbe la forza di recarsi alla sua camera.

Lassù, nei pressi del monte Cimone, gli era avvenuto di trovarsi solo, di respirare un istante più liberamente, senza il pericolo che la marchesa gli passasse daccanto e gli gittasse una di quelle parole che lo facevano tremare. Ma infine, come prima, nel salotto di lei, anche allora, alle falde del Cimone, egli non si sentiva in colpa. E perchè, poi, le sarebbe stato infedele?

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