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Aggiornato: 31 maggio 2025
Il principe della campagna romana cadeva, come la quercia della foresta sotto la scure e la robusta sua destra stringeva ancora la propria arma benché fosse gi
Nella camera vicina, Tuccio di Credi e Parri della Quercia si guardavano in viso, crollavano la testa e sospiravano, come uomini percossi da una medesima sventura. Quella sera il curato del Duomo mandò il sagrestano alla casa di messer Jacopo, per chiedere a che ora del mattino gli facesse comodo di andare in chiesa per la cerimonia nuziale.
E Parri della Quercia e Tuccio di Credi, opachi e taciturni lavoratori, levarono gli occhi stupiti a contemplare quel giovine cherubino, che non capiva più nella pelle. Che c'è? disse Parri della Quercia. Vi fiammeggiano gli occhi. Lo credo io! rispose Spinello. C'è... c'è, amici miei, una grande novit
73 Ma non più quercia antica, o grosso muro di ben fondata torre a borea cede, né più all'irato mar lo scoglio duro, che d'ogni intorno il dì e la notte il fiede; che sotto l'arme il buon Ruggier sicuro, che gi
Il maestro lo aveva abbracciato, con le lagrime agli occhi. Parri della Quercia gli aveva stretta la mano dicendogli: "bene!" con tutte le forze dell'anima. Tuccio di Credi, venuta la sua volta, gli aveva soggiunto: Godete gli applausi; essi vi aiuteranno a sopportare le fischiate.
La finestretta quadra gli sbatte addosso un po' di luce e lo mostra qual'è, un alpigiano inferraiolato: la portella si apre sollecitamente: ma oh! questa che spinge la robusta tavola di quercia non è mano di montanara!... Qua nella stanzuccia di legno ecco appese le scuri del boscaiuolo, qua due giacigli, una culla di poverissime lane e nella culla un bambolino, qua entro quattro lastre di pietra ecco un focolare vampeggiante.
Io sono forte, è vero, Io son la quercia che non crolla al vento E una legge d’amor rinnovatrice D’uomini e cose ne’ miei canti freme, Eterna, come il seme, Come il bacio del Sol fecondatrice. .... Benedicimi, o Madre.
La carne d’i mortali è tanto blanda, che giù non basta buon cominciamento dal nascer de la quercia al far la ghianda. Pier cominciò sanz’ oro e sanz’ argento, e io con orazione e con digiuno, e Francesco umilmente il suo convento; e se guardi ’l principio di ciascuno, poscia riguardi l
Parri della Quercia e Tuccio di Credi, che stanno cheti come l'olio, vi hanno pur detto come e perchè un ritratto di madonna Fiordalisa non sia dei più facili. Ho capito, ho capito; ritornate in campo coi vecchi dirizzoni. Ma appunto per dar noia a voi altri, Spinello far
La loro casa è una povera capanna, fatta con dei rami piantati in terra su due linee parallele, l'uno in faccia all'altro, incrociati in alto a uso X, e rilegati da un altro ramo disteso per lo lungo su tutte le X, in modo da formare la vetta o il comignolo. Gl'intervalli da un ramo all'altro sono colmati da delle smotte di terriccio, che formano come due muri inclinati: uno solo di questi intervalli resta aperto per l'entrata e l'uscita. Del resto, nè usci, nè finestre, nè camini. Il mangiare se lo cuociono in terra con dei frammenti di carbone: i tronchi degli alberi fanno loro da seggiole e i grandi ammassi di foglie secche servono da letto. Il legno più stimato per far carbone è quello di quercia e di c
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