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Aggiornato: 4 giugno 2025


Il vento soffia impetuoso, e sbatte la neve contro le lastre, scuotendo i telai delle finestre; passa sibilando per le vie, agita i fili del telegrafo e del telefono, che corrono sulle case, producendo certi suoni, i quali sembrano melanconici lamenti, che scendono dall'alto; e poi le campane di tutte le chiese incominciano a suonare a gran festa. Annunziano che il Verbo si è fatto carne ed abitò tra di noi; annunziano la grande Nativit

Tigri ne ha raccolti 425, e fra di essi si trovano dei veri gioielli poetici. In molti ritorna l'espressione m'affaccio alla finestra, come in questo, un po' lezioso: M'affaccio alla finestra e vedo notte; Con le lagrime mie bagno le lastre; O fonte di bellezze, buona notte!

La leggenda giudea favoleggiò allora che il primo imperatore di Roma avesse fatto rivestire il letto del fiume con lastre metalliche.

Così dei piani trasparenti, dei vetri, delle lastre di metallo, dei fili, delle luci elettriche esterne o interne potranno indicare i piani, le tendenze, i toni, i semitoni di una nuova realt

Gettan le turbe da le eccelse cime e merli e torri, e si metton per morte. Guastare i tetti non è alcun che stime; e legne e pietre vanno ad una sorte, lastre e colonne, e le dorate travi che furo in prezzo agli lor padri e agli avi.

Sulle lastre di marmo delle sue sale e de' suoi templi, i figli dei prigionieri di Gerusalemme vendono oggi il pesce, senza che nessuno di essi pensi neppur lontanamente all'importanza che ebbe un giorno questo luogo nella storia d'Israele.

Giunse sulla via e l'attraversò. Era deserta. Chi mai esce a quell'ora il giorno di Natale? Il freddo era cane; la neve, dura, scricchiolava sotto i suoi piedi, che imprimevano in quella orme profonde. Giunse alla piccola piazza, dove c'era un caffè. Era aperto. Attraverso le lastre, appannate dall'alito di chi si trovava entro, trapelava uno scialbo bagliore.

Ella taceva. Seduta colla signora Giovanna sul canapè della stanza coniugale, aveva udito benissimo il tramestio dei becchini nelle scale troppo strette per la cassa, e tutte le porte si aprivano sui pianerottoli, la gente discendeva; poi il tonfo cupo dello sportello, quando la cassa sospinta da cinque o sei mani scivolò dentro il cassettone della carrozza nera, aveva per un istante coperto il vocìo della strada, e poco dopo il cavallo si era allontanato battendo sonoramente i ferri sulle lastre.

Bada bene che domani ti aspettiamo a Livorno. Non ne dubitate... Brucio anche io dal desiderio di lasciar queste lastre. Allora siamo intesi? Intesisissimi. A domani dunque!...

E così dicendo alzò in aria una sedia, coll'evidente intenzione di rompere la testa ai membri della presidenza, che non volevano credere al linguaggio degli acefali. Allora lo sdegno furibondo del signor X si sfogò sugli scaffali dei libri, rompendo le lastre, mandando in aria i volumi, le carte, i calamai, le lampade, e quanto gli cadde sotto mano.

Parola Del Giorno

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