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Aggiornato: 25 luglio 2025
Cardello ebbe un'ispirazione; si mise in bocca il fischio da Pulcinella e fece sentire uno strillo, una specie di risata o di ringhio caratteristico. Bravo! Se no non si chetavano, disse Cardello, orgoglioso di vedersi approvato dal padrone.
Ma appena uscito da quella porta, le sue ferite cominciavano a sanguinare. Egli era un mentitore, un traditore, un vigliacco che ingannava una giovinetta nobile e onesta; era indegno del suo amore, egli il buffone, egli il Pulcinella. Sinallora la sua mente era rimasta ottusa, egli aveva amato il suo mestiere, ne aveva compreso il solo lato buono, gli era parso di non essere da meno degli altri uomini che lavorano; ma le parole di Sofia gli avevano acuito l'ingegno, lacerato il velo che gli ottenebrava l'intelletto: suo padre gli aveva lasciato in eredit
Andando e venendo, Cardello passava con un sorriso di orgoglio e di sodisfazione tra i compagni affollati nella piazzetta, che lo tempestavano di domande: Hai visto i burattini? Sì; li abbiamo messi fuori dal cassone oggi. Belli? Alti quanto me. Paiono vivi; fanno paura. C'è, Pulcinella?
Carmela nel suo isolamento aveva un solo amico: il figlio d'una vicina che abitava nella stessa viuzza, e che da bambino aveva giocato assieme a lei coi gusci d'ostriche. Egli si chiamava Gennaro, e quando sapeva che la signora Anna era uscita, andava dalla Carmela a raccontarle i piccoli avvenimenti della sua scuola, le parlava dei compagni, dei suoi divertimenti, della campagna, del mare e delle rappresentazioni di Pulcinella, alle quali assisteva spesso, ed essa stava l
A due passi da lui, in un teatrino di legno per farse e commedie in dialetto, popolani ed anche civili entrano premurosi a sentire i creatori della nuova arte nazionale⁵⁰⁴. Trombe e tamburi chiamano uomini attempati e giovani ad uno steccato vicino, ove i lazzi di pulcinella provocano ilarit
Ad un tratto una voce dice una parola; due, tre, cinquanta la ripetono; è un grido solo: Maschera, maschera! Egli era perduto. Il pubblico voleva vedere il suo viso, voleva vedere l'uomo che si nascondeva sotto la maschera di Pulcinella; Sofia lo guardava con la ciera fredda e disdegnosa della prima sera. Esitò.... Maschera! ruggì il pubblico sovrano.
Ma il pubblico, soddisfatto del suo amato Pulcinella lo applaudiva senza fine; fu mestieri fermarsi un minuto per ringraziare e poi giù la tela: un sospiro profondo di sollievo. Niente; gli applausi aumentano, bisogna rialzare il sipario, ringraziare di nuovo: Sofia si mette sulle spalle lo sciallo bianco, ma ha gli occhi fissi sul palcoscenico.
Ecco, Pulcinella passeggia.... Buon giorno! E move la mano così, per salutare.... Ecco: Pulcinella deve dare un calcio nel sedere a Peppe-Nappa.... Si fa così... Hai capito? Ora eseguisci tu... Buon giorno!... Ma no! Così, da' un calcio.... Bravo!.... E non bisogna tenere il fantoccio per aria, se no si mette a girare... Bravo!.. Così!...
Si consumò giorno per giorno, senza lagnarsi: ma dopo di lui nessun altro del suo cognome ha ereditato la maschera del Pulcinella; perchè egli è morto solo, senza famiglia, senza figli.
Se lo prese in braccio e mentre don Procolo misurava al bimbo la grossezza dei polpacci dentro il cerchio delle dita, il cavaliere agitava il pulcinella dietro le spalle di Battistone.
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