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Aggiornato: 25 luglio 2025
Allora con un gesto disperato strappò la sua maschera e mostrò il viso disfatto di un morente: fissò lo sguardo sulla fanciulla; ma sul volto di lei lesse un dolore così fiero, un disprezzo così intenso che abbassò la testa, comprendendo la sua condanna. Qui finisce l'idilio di Pulcinella, perchè egli non osò più rivedere la fanciulla, nè essa cercò mai più di lui.
Egli aveva un modo di parlare naturale e diceva le cose più sublimi come le più umili semplicemente, collo stesso accento convinto e persuasivo. Si guardò attorno e chiese: Dov'è l'omino? Alessio sbucò di sotto una poltrona con un pulcinella in mano e le guancie tinte di melassa. Che faccia curiosa ha questo bimbo! Orsola dice che assomiglia a suo padre e Pietro dice che assomiglia a me.
Don Carmelo, che in quel punto aveva per le mani Pulcinella, cavato di tasca il fischio di canna e mèssolo in bocca, strillò: Cardello! Cardello! E fece muovere la mano di Pulcinella in atto di chiamare, Cardello rimase a bocca aperta. Cardello! O che sei sordo? riprese Pulcinella. Mi vuole davvero?
E il giorno dopo lo seguirono in Piazza del Mercato, mentre andava ad attaccare il cartellone coi pupazzetti: Pulcinella da un lato, col randello in mano, e Tartaglia dall'altro con gli occhiali verdi e il tricorno, nell'atto di prender tabacco da una tabacchiera che sembrava una cassetta. Bravo, Cardello! E urli e fischi.
Ciò fu la liberazione per don Gabriele. Il marchese lo tirava dal limbo come un tempo il Cristo ne aveva tirato il re Davide e compagnia. Don Gabriele credeva compromettere l'onore della casa di Tregle continuando a fare l'istrione. Guarì a vista. I napolitani lo rividero con gaudio far dare le batoste al frate dal marito geloso ed allo sbirro da Pulcinella. Don Gabriele però si dette un allievo, quando cominciò a rappresentare una parte politica. Ma quello allievo, ahimè! non aveva la divina scintilla dell'improvvisazione del maestro, i suoi tratti arguti e vivi, le sue risposte scintillanti. Don Gabriele se ne desolò dicendo: Mille miserie! l'arte morr
Nicola si voltò bruscamente. Che caffè e caffè.... E siccome l'altro insisteva, tagliò corto: Infine, che siete venuto qua a prenderci per minchioni? E usciva fuori con la solita storia di pelle e di sbirri di Pulcinella. Sangue.... ammazzerebbero don Bastiano e buona notte.
No; il volto di lei non aveva cangiato espressione, solo l'occhio fiero avvolgeva Carmela e Gaetano in un freddo sguardo e la bocca gentile si piegava ad una curva dura ed energica di disprezzo. Egli rimase freddo, immobile, istupidito. Perchè il disprezzo? Fu così che Gaetano Starace, Pulcinella del popolare teatro di S. Carlino, s'innamorò di una sconosciuta.
Tutto quello che vi si dice è così triviale, così volgare, così basso, che mi ripugna; quelle risate della platea hanno qualche cosa di selvaggio. E quel Pulcinella, quel grossolano buffone, che carezza con la parola e con l'intenzione tutti gli istinti brutti del popolo, mi è insoffribile: io mi chieggo come un uomo si possa rassegnare a quel mestiere....
L'Errera si faceva trascinare, tutto pendoloni, poi si fermava, inevitabilmente, davanti le vetrine di Cagiati e non c'era più verso di smuoverlo: Voglio un pulcinella: tompera un bel pulcinella a Ninì! A scanso di piagnistei, il signore gli comperava un pulcinella da venti soldi; poi l'Errera s'arrestava davanti a un pasticciere: Voglio una taramella! Ninì vuole tante taramelle!
Noi abbiamo visto spessissimo, sullo stesso Molo, da un canto il Filosofo insegnare, dall'altro Rinaldo raccontare le imprese dei Cavalieri, in un angolo Pulcinella e Colombina sbizzarrirsi alle farse le più spiritose, e lì lì da presso un gesuita o un liquorista, salito sur un banco, predicare l'inferno od il giudizio finale.
Parola Del Giorno
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