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Aggiornato: 25 luglio 2025
Il prete teneva in mano il suo vasetto di mostarda, non troppo grande, per non far torto all'ospite: e il Cavaliere aveva un pulcinella coi campanelli. Giunti sulla soglia di una porta di assai modesta apparenza, dettero un'occhiata al numero. È qui ed entrarono.
S'intende.... Un suicidio in famiglia!... E in quelle condizioni!... Perchè non mi negherete che la nostra diplomazia fa un buco nell'acqua. È ormai il segreto di Pulcinella.... Le serve han fatto capire che se lo immaginavano.... i dottori l'hanno indovinato.... E se pur i giornalisti tengono la loro promessa di tacere, fra una settimana il paese sapr
Nicla raccontava ridendo a Bruno quelle piccole manìe dei due vecchi, mentre la lancia si avvicinava alla spiaggia. E tu, disse Bruno, non hai svelato il segreto che avevi scoperto? No, rispose Nicla. Neppure a me non hai voluto dirlo, osservò Bruno. Naturalmente: un segreto non è più segreto, se si racconta.... Per me è stato il segreto di pulcinella! disse Bruno. La giovane non aggiunse parola.
E tutti stavano a sentirlo a bocca aperta, invidiandolo, canzonandolo anche, per sfogare il dispetto di vederlo preferito. Farai tu da Pulcinella? Diventerai burattinaio anche tu? Chi lo sa? rispondeva Cardello.
Ah!.... Mi mi scappa! Ah! Ah!... Mi scappa! PULCINELLA, Zitto, vecchio imbecille! Altrimenti queste bestie qui vanno a riferirle ai loro padroni.... TARTAGLIA. Ah! Ah!... Mi scappa!... Appena Tartaglia ripetè la parolaccia che Pulcinella gli avea detto all'orecchio, un grand'urlo e un fitto coro di fischi scoppiò nella platea. Pezzo di ubbriacone! Basta! Basta!
Fortunatamente Pulcinella trovava per terra l'anello incantato che disfacea a un tratto l'opera maligna del Mago; e don Florindo riceveva una scarica di legnate per compenso di esser ricorso all'opera di costui, non sapendo come ottenere altrimenti la mano di Colombina. Quella scarica di legnate fu una gran gioia per Cardello, che si diè a battere furiosamente le mani, saltando in piedi su la panca dove era stato a sedere, gridando: Bravo! Bravo! E la gente, invece di applaudire il burattinaio, mèssasi di buon umore per questa ingenuit
Com’era tempo di carnevale, nella sala del teatro fu dato un festino pubblico. Il giovedì grasso, alle dieci di sera, la sala fiammeggiava di candele steariche, odorava di mortelle, risplendeva di specchi. Le maschere entravano a stuoli. I pulcinella predominavano. Sopra un palco, fasciato di veli verdi e constellato di stelle di carta d’argento, l’orchestra incominciò a sonare.
Cardello aveva accozzato alla meglio tutte le parti che gli erano venute in mente; e all'ultimo, mentre Tartaglia benediceva gli sponsali di Colombina con Pulcinella, tartagliando peggio di prima e piangendo dalla consolazione di maritare la figlia, le risate furono tali che Cardello si mise a ridere anche lui.
Abbiamo così veduto almeno una parte lieta di questa Roma seria, malinconica, severa, e Pulcinella giulivo e festoso in mezzo a tutte queste rovine, sopra tutte queste catacombe, nè più ne meno dei grilli che cantano fra l'erba dei ruderi del palazzo dei Cesari, e delle rondini che cinguettano sulla tomba di Cecilia Metella.
Allora atterra con la spada una capanna da pastore, due alberi, e una rupe gridando sempre «a terra! a terra!» E anche Pulcinella si mette ad urlare a sua volta «a terra!» scagliandosi contro la capanna.
Parola Del Giorno
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