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Aggiornato: 3 giugno 2025
Con questi occhi ho veduto! ? La libidine della carne si mescolava a quella dell'oltraggio: a vicenda si rinfocolavano, nel satanico connubio. Appena svoltato, gettai avidamente uno sguardo al breve tratto di strada che mi separava dalla casetta, e alle finestre. E provai una gioia amara nel veder tutto deserto, tutto buio.
Sollevò leggermente il velo sulla culla di mio figlio e me lo mostrò tutto roseo nel sonno. Provai allora un impeto tale di tenerezza che balzando fuori dal letto corsi alla culla e mi lasciai cadere in ginocchio lagrimando. Orsola, spaventata, temeva che fossi in preda al delirio della febbre. Per tranquillizzarla tornai a coricarmi, lasciandomi rinvoltare da lei nelle coperte con quella docilit
Compresi il ver, provai la commozione Che ne riempie l'alma tutta intera, E mi sentii nel petto una tenzone Dolce ed altera. E a me stupito l
Così fu. M'è impossibile rappresentar con parole la sensazione ch'io provai nell'udire il tintinno delle sonagliere, lo strepito della carrozza che s'allontanava portando Federico verso Casal Caldore. Io dissi a Calisto, prendendo dalle sue mani le chiavi, con un'impazienza manifesta: Ora, tu puoi andare. Ti chiamerò più tardi.
Finalmente giungemmo al termine della foresta, sul versante sud-ovest del monte, ed io provai l'impressione di un uomo condotto con gli occhi bendati dinanzi ad uno spettacolo meraviglioso, cui sia stata d'un tratto tolta la benda.
Io non aveva veduto mai bellezze più abbaglianti, nè è possibile che possa manifestare l'emozione che provai a quella vista.
Provai per la prima volta in tutta la sua forza quel sentimento di gratitudine che dobbiamo ai grandi artisti, che resero il nome d'Italia riverito e caro nel mondo; compresi per la prima volta ch'essi non sono solamente illustratori, ma benefattori della loro patria; e non solo di chi ha intelletto per comprenderli ed ammirarli, ma anche di chi sia cieco alle opere loro, anche di chi non li curi, o gl'ignori.
E la cinsi con le mie braccia, misi la testa nel suo grembo, provai per tutto il corpo quella tensione smaniosa in cui si risolve lo sforzo vano d'esprimere con un atto, con un gesto, con una carezza l'ineffabile passione interiore. Le sue lacrime caddero su la mia guancia.
Ma rimaneva ancora da fare un po' di strada in omnibus; m'arrampicai sul tetto del primo che vidi, mi lasciai condurre fino al termine della corsa e poi tornai al punto di dov'era partito. Strada facendo, ebbi più volte occasione di meravigliarmi della famigliarissima disinvoltura colla quale uno qualunque dei miei vicini, per passare da una parte all'altra dei sedili, si serviva della mia spalla come punto d'appoggio, facendomi per un momento sentire il peso di tutta la sua persona, e dandomi poi nell'atto di levare la mano una scossa vigorosa, come un ginnastico che butta via l'asta dopo aver saltato la corda. Il primo che mi rese questo servizio, siccome mi colse all'improvviso, mi fece rimanere mezzo stroncato. Come di ragione, mi voltai, almeno per avere il compenso d'un sorriso che volesse dire: Scusi. Che! M'aveva voltate le spalle senza darsi l'incomodo di guardare quant'ero lungo. Visto che s'usava così, presi le mie precauzioni, e ogni volta che vidi un vicino stender la mano, gli porsi la spalla, dicendo: Si serva ; e così tenendo duro fin che si fosse servito, restai un po' meno sconquassato. Ma fui poi compensato, su quello stesso omnibus, dal piacere che provai persuadendomi che si può benissimo fare una piacevole conversazione senza capirsi. Un giovanotto accanto a me, che pareva molto allegro, mi rivolse la parola in inglese. Io risposi in francese: non capisco. Egli non capì che non capivo, e tirò innanzi ridendo. Feci cenno col capo di no, di no, che non s'incomodasse, che era fiato perduto. Il caso volle forse che quel no cadesse a proposito a una domanda che m'aveva fatta, e continuò più infervorato che mai. Allora, poichè parlava con tanto piacere, finsi di capire, facendo dei mezzi sorrisi e dei cenni indeterminati, che non potessero discordare recisamente da nessuna cosa che mi dicesse. Poi, cominciando ad annoiarmi di far quella parte, pensai che s'egli mi parlava una lingua che io non capivo, io potevo bene parlargli una lingua che non capisse lui; e mi misi a discorrere in italiano. Era buio pesto; nondimeno rise, mi battè la mano sul ginocchio, stette a sentire con un'aria di curiosit
Nel carrozzone credevo proprio di lasciarvi la pelle. Nella mia celletta eravamo in tre. Ci mancava il respiro. Provai una grande contentezza quando mi trovai nel cortile del Cellulare. Me l'ho scampata bella. Dio non c'è per niente. Il soccorso.
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