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Aggiornato: 17 maggio 2025
O glorïose stelle, o lume pregno di gran virtù, dal quale io riconosco tutto, qual che si sia, il mio ingegno, con voi nasceva e s’ascondeva vosco quelli ch’è padre d’ogne mortal vita, quand’ io senti’ di prima l’aere tosco; e poi, quando mi fu grazia largita d’entrar ne l’alta rota che vi gira, la vostra regïon mi fu sortita.
E stringeva l'anima di una cupa e ferale tristezza il sapere quale istinto, spingeva quei voli, che tra le fradice carni dei cadaveri avevan pure a fermare le penne. E in quella un buffo di vento, pregno d'un odore fetentissimo, ammorbante e come di sangue, soffiò quasi ad annunziare, che quelle legioni della morte andavano a sicuro viaggio, a certa preda.
O gloriose stelle, o lume pregno di gran virtu`, dal quale io riconosco tutto, qual che si sia, il mio ingegno, con voi nasceva e s'ascondeva vosco quelli ch'e` padre d'ogne mortal vita, quand'io senti' di prima l'aere tosco; e poi, quando mi fu grazia largita d'entrar ne l'alta rota che vi gira, la vostra region mi fu sortita.
Valeria capiva che bisognava fare così. Sentiva lei pure che lo stormo di microbi che usciva da tutti quei polmoni malati la ravvolgevano, lei e la sua creatura, in un nembo di morte. I germi dell'etisia! essa li sentiva, li vedeva, li respirava. Le pareva che l'odore ne fosse sul suo guanciale la notte; che le lenzuola e le coltri li esalassero; che il cibo ne fosse pregno.
Tu con la tua virtù non solo allumi, non solo incendi quel che fuor si scorge, ma dove umana vista non discende, dentro passando, fai pregno il terreno di tal semenza ch'i terrestri germi producon d'ogni intorno e fronde e fiori, onde si veston le campagne e i poggi. Sorgi sol del mio sol sola sembianza.
Indi la valle, come 'l di` fu spento, da Pratomagno al gran giogo coperse di nebbia; e 'l ciel di sopra fece intento, si` che 'l pregno aere in acqua si converse; la pioggia cadde e a' fossati venne di lei cio` che la terra non sofferse; e come ai rivi grandi si convenne, ver' lo fiume real tanto veloce si ruino`, che nulla la ritenne.
E se tal possa amabil dell'ingegno In me si fosse per dolore estinta, Languito avrei d'ira e superbia pregno, O l'alma a vil furor sariasi spinta: Della vita un frenetico disdegno Spesso prendeami in tanti mali avvinta, Poi la luce de' sacri inni tornando, Io riponea l'empio disdegno in bando.
Io vidi più folgór vivi e vincenti far di noi centro e di sé far corona, più dolci in voce che in vista lucenti: così cinger la figlia di Latona vedem talvolta, quando l’aere è pregno, sì che ritenga il fil che fa la zona. Ne la corte del cielo, ond’ io rivegno, si trovan molte gioie care e belle tanto che non si posson trar del regno;
BALIA. Tu non sai che cosa è mondo né hai provato la dolcezza di amore, ché se l'assaggiassi una volta ti verrebbe ben voglia di tornarvi dell'altre. CINTIA. L'ho gustata tante volte che ne son stucco e pregno. BALIA. Hai fatta la faccia rossa e vergognosa come fusse una vergine. CINTIA. Potrebbe essere che la vergine l'avessi in corpo. BALIA. Lascia tanta vergogna, togli a un tratto la maschera.
Per te poeta fui, per te cristiano: ma perche' veggi mei cio` ch'io disegno, a colorare stendero` la mano: Gia` era 'l mondo tutto quanto pregno de la vera credenza, seminata per li messaggi de l'etterno regno; e la parola tua sopra toccata si consonava a' nuovi predicanti; ond'io a visitarli presi usata.
Parola Del Giorno
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