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Voi combattevate, o Gino, e la fanciulla dei Guerri pregava. Così, sui portali marmorei delle nostre citt

Vi fu un momento che in fondo al giardino s'udì cantarellare il bananiero di Gotschalk da un forestiere attardato che ritornava all'albergo: Tom si rammentò quella canzone, una nuvola di lontanissime memorie si affacciò al suo pensiero; vide un banana gigante rischiarato dall'aurora dei tropici e fra quei rami un hamac che dondolava al vento, in questo hamac due bamboli negri addormentati e la madre inginocchiata al suolo che pregava e cantava quella blandissima nenia.

Di Gino, capite? e non del conte Gino Malatesti. È usanza dei Lesarini di non chiamar mai i loro nobili amici per il casato, per il titolo che li distingue. Non altrimenti usano con le dame, chiamandole semplicemente, familiarmente, per il loro nome di battesimo, e preferendo il vezzeggiativo, se c'è. Così, quando si degnano di ragionare delle loro imprese col volgo profano, sogliono attaccare dei discorsi come questi: «Sapete? ieri Corinna mi ha ricordato.... Gino mi rispondeva.... Elena mi pregava iersera.... Ho incontrato stamane Polissena e mi ha detto: ah bravo, Pippo! vi trovo in buon punto; dovreste accompagnarmi dal dentista....» Raccontando queste maraviglie, i Lesarini trionfano, fanno la ruota come i pavoni, o, se vi piace meglio, come i tacchini. Che si fa celia? Darsi del voi con la gente titolata! Essere i confidenti delle dame più cospicue della citt

Don Giorgio sbrigò alla lesta il vecchio Scaramelli, assolvendolo con una indulgenza forse eccessiva forse colpevole. Presso alla Cristina, la moglie di Sandro pregava con intenso fervore. Ah! pensò il curato devo occuparmi anche di quella !... Cristina me l'ha raccomandata. E cercò con gli occhi Sandro Rampoldi rimasto fra gli ultimi penitenti. Un'altra colpa d'amore: un adulterio incestuoso!

Il buon figliuolo raccolse il suo coraggio, e accompagnandosegli disse che veniva a nome della signora Teresa, di quella signora che aveva l'onore della sua conoscenza; e ch'essa lo pregava di passare da lei in giornata, per una cosa di premura. Eh! ci verrò, rispose il signor Lorenzo al giovine, dopo avergli data in isbieco un'occhiata d'uom che poco si fidi: ci verrò dimani.

E non temete perché 'l mondo vi perseguiti, ché Io sarò per voi, e in veruna cosa vi mancará la mia providenzia. Come questa anima cognoscendo piú de la divina bontá, non rimaneva contenta di pregare solamente per lo popolo cristiano e per la sancta Chiesa, ma pregava per tucto quanto el mondo.

Ma in risposta gli capitò una lettera misteriosa di Matteo Cantasirena colla quale lo pregava di passare in giornata al "Le Risorse Italiche" per il decoro, l'interesse morale del partito, riverberantesi sulle istituzioni. Il conte Bobboli si precipitò all'ufficio del giornale, tutto rosso, sconvolto, sossopra: sossopra anche il parrucchino di solito così leccato e lucente.

"Imilda era nella cappella da un pezzo e così pregava, quando nella corte ecco un grido spaventato, e un altro! Imilda si alza in piedi tremante, corre sotto un finestrone aperto. I nemici! ascolta la voce del vecchio Federigo: Salvate madonna! ed ecco ancora: Fuoco! fuoco!

Marco mangiava poco e distrattamente, ed appena aveva finito, pigliava un giornale o un libro per aspettare il caffè, poi se ne andava nella sua camera. Qualche volta la signora Bellazio lo pregava di accompagnarla a teatro. «Al Manzoni c'era la compagnia Pietriboni che dava una nuova commedia di Ferrari.

Tiene giunte le mani e levata la testa, e lo sguardo rivolto verso un bassorilievo di marmo bianco infisso alla parete, dinanzi al quale, sta accesa una lampada. E testa e sguardo sembrano atteggiati al raccoglimento religioso. Così pregava il Papa nella mattina del 18 ottobre 1868, e sotto le sue ginocchia, sopra un cuscino dell'inginocchiatoio, stava un foglio di carta ripiegato.