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Aggiornato: 9 giugno 2025


Avevano quasi finito di pranzare. Per la finestra aperta della cucina entrava un bel raggio di sole primaverile, mentre nell'altra camera quasi buia la piccola Betta biascicava ancora la poca porzione di timballo, che la mamma le aveva recato dentro al piatto stesso degli asparagi per fare un solo viaggio.

Quando la mattina ella usciva per andare ai conventi o alle associazioni di beneficenza, dove la chiamava l'abitudine, e vedeva gli operai lavorare al teatro: quando verso sera tornava dalla passeggiata o dalle visite e vedeva che neppure la notte il lavoro cessava in quell'edifizio inalzato da suo marito per appagare il desiderio di Maria, provava una rabbia sorda, e stringeva nelle piccole mani nervose i nastri del cappellino, si metteva fra i denti il fazzoletto di batista, strappava le rose che ornavano il davanti del coupé e fremeva come una fiera rinchiusa in una gabbia. Col viso sconvolto, con le ciglia aggrottate ella si presentava a colazione e a pranzo, e, se don Pio si faceva aspettare, se invece di pranzare in famiglia passava gi

Ora a che disputare?... tu hai detto bene, continuò sorridendo ironicamente, camminando su e giù per la camera; tutto è finito! , tutto è finito! Ci abitueremo alla vita dell'indifferenza!... nessuna fiducia, un contegno da estranei, il dispetto e poi la noia, e poi... La voce di Tonino urlò disotto alla finestra: Il pranzo è pronto, signori. , tanto meglio; andiamo a pranzare.

Malgrado si mettesse queste questioni, mistress Grown non osava nulla chiedere allo straniero. Si proponeva mostrargli tutto, tutto dirgli. Lo condusse dunque nella vasta sala ove le ragazze entravano in quel momento per pranzare. Erano circa centocinquanta.

Stavo ancora seduto al pianoforte quando venne recato a Fulvia un biglietto d'una signora a cui io stesso l'avevo presentata, che la invitava a pranzare seco, ed aggiungeva che vi sarei anch'io, perchè mi aveva scritto in proposito.

In lingua il bisticcio della Marianna non regge; in dialetto fece il suo immancabile effetto, e la Luisa ne sorrise malinconicamente. In dialetto, monte e mondo, hanno lo stesso suono. Anche lei! disse la fanciulla. Non c'è dunque che miseria a Milano? Che vuole, cara Luisa! E lei? Io? Io, come la mi vede, non so oggi come pranzare. Possibile! sclamò la signora Marianna coll'accento incredulo.

Aveva cominciato quasi involontariamente, perchè Berto gli si era messo un giorno alle calcagna, essendosi fitto in capo di pranzare con Filippo, dovunque quel giorno e con chiunque Filippo avesse dovuto trovarsi; e quest'ultimo, o perchè di buon umore, o disperando di levarselo d'intorno, se l'era condotto seco e l'aveva presentato a Loredana e anche alla signora Clarice Teobaldi.

Grazie!... Vado a sbrigare certe mie faccende, poi, se non la disturbo, tornerò verso le quattro.... È l'ora del mio pranzo... Se ella crede... Oh! troppo onore...! Accetto... Pranzare con lei...!... Ma io non so come ringraziarla! Via! attenda a ringraziarmi... Non potrò offrirle che un pranzo da poeta.... una fetta di manzo.... una minestra che so io....

Nel tempo istesso Montoni ordinò di preparare gli equipaggi di buon'ora, perchè voleva pranzare a Torino.

Andammo a pranzare insieme. Pioveva. Bianca si abbandonava sul mio braccio felice della pioggia che ci isolava dal mondo. La marea d'una passione violenta mi portava sulle vette acute delle fantasie più suicide. Le dicevo: La mia vita è sulla tua bocca... tutta la vita in un tuo bacio!

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