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Aggiornato: 20 luglio 2025


« Qui è il luogo delle stranezze, mi dissero. I touristes sono tutti stravaganti, e quando non lo sono vogliono parerlo. «Quello strano personaggio era accompagnato da due guide. « Il signore sale al Monte Bianco? domandò quello fra i miei compagni che posava per edificazione dell'altro.

Perchè non scrivi? m'aveva detto. Sotto il magico velo dell'Arte l'Idea passa più fulgida di fascino e di bellezza. Scriverò! avevo risposto io, col cuore gonfio di tenerezza e di ambascia. Ed avevo avuto un momento di debolezza: ero stato per prender la sua mano, la mano affilata e rigata di vene azzurre che posava sulla ringhiera, e confessargli il peso insopportabile del mio passato. Lassù, dinanzi a quella finestra, a quell'ora, mentre le ultime rose del sole appassivan sulla parte alta della citt

Anche la rondine, dopo i lunghi suoi voli, dopo aver saettato l'aria per ore ed ore, posa un istante sopra un filo, dove adagia voluttuosamente la sua lunga stanchezza. E così Emma posava i suoi voli affaticati lungamente nel vuoto del desiderio sopra un filo. Quel filo era Enrico.

Rimasta un altro poco a guardarlo, baciò il guanciale su cui posava il capo, non osando baciar lui in viso; poi si tolse non sazia da quella vista. Tornata in sala, trovò la fantesca gomitoni sul tavolino; e allora soltanto, vedendola sola, si rammentò di Tecla. «O Tecla? chiese essa, rimescolata per l'assenza della giovinetta.

Le era entrata nell'animo una calma dolcissima; il suo sguardo si posava con compiacenza e tenerezza, su gli oggetti famigliari raccolti nella camera; accarezzava il cane con atto monotono e lento, risentiva inconsciamente il piacere di tornare a la vita, a la giovinezza. Non pensava che aveva desiderato di morire.

Era un solo diritto, ma su quello posava il patto. Per quello noi riducemmo fin d'allora tutto il nostro pensiero alla breve formula: fare l'Italia Una con la monarchia, senza la monarchia, contro la monarchia, se essa si ribellasse a quel fine.

Il suo vestito semplicissimo di fattura era di velluto rosso e cadeva, fasciando i fianchi e allungandosi di dietro in un interminabile strascico. Sul suo petto posava una ricchissima collana di smeraldi.

Infine la bionda Lottchen si tacque, stringendosi nelle spalle, come se dicesse che tutto, tutto era inutile; ed i due fidanzati stettero per tanto tempo in quel silenzio penoso, pieno di pensieri dolorosi. Ad un tratto, mentre una fantesca posava un lume monumentale sopra la tavola, una voce infantile gridò di fuori: Zio Ulrich! zio Ulrich!

Sulla bionda parrucca, architettata a molteplici ricci, posava a sghembo un leggier cappellino di velluto nero ornato di una ghirlanda di rose e d'un bel mazzo di pioventi nastri d'ogni colore; le braccia, nude anch'esse fino al gomito, spiccavano fra un'onda di trine; e l'uno s'appoggiava vezzosamente al fianco, ripiegato l'altro sul seno reggeva colla piccola mano un prezioso ventaglio, dietro al quale non sapevi dir se volesse nascondere o svelare la sua bellezza.

Poi ella s'accorse che lievemente, lievemente, con perizia consumata, le toglieva il cappello e il veletto, e di nuovo inginocchiandosi le posava le labbra sulle mani. Riaprì gli occhi, e guardandolo ai suoi piedi, notò la cicatrice lucida e ardente che gli traversava la faccia come un formidabile colpo di scudiscio. Sono da lei, disse. Sono fuggita. Ho abbandonato Filippo.

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