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Aggiornato: 22 giugno 2025
E fattosegli più accosto, gli serrò il braccio con forza convulsiva; sicchè l'altro, temendo un eccesso, si rivolse pieno di spavento per veder se alcuno venisse.
E benché mille truffe fatte avesse e disertati mille poveretti, nol concedeva, e parmi ch'ei dicesse che gli erano obbligati de' farsetti. E dicon gli scrittor che pretendesse un nobil nato non abbia difetti, e che a un uom d'arti inique e vizi pieno fosse la nobiltá contravveleno. Donde intuonava quasi ogni momento la somma antichitá del suo casato.
Ma successe a lui, come al Cimbro di Mario. Nella stessa notte si vide giungere al nuoto a bordo della flotta, pieno di spavento, e confessando di non sentirsi capace a ferire quel capo di masnadieri, perchè ciurmato. Eppure Talarico è il più famigerato brigante dell'Italia meridionale, ed a lui si promisero ricompense spropositate.
L'altro ritratto era quello di un bel soldato, con le insegne di colonnello; stupenda testa, con grandi baffi e pizzo tra il biondo e il castagno, spaziosa la fronte, nobile lo sguardo e pieno di bont
Mi sono trovato in mezzo a un fumo che mi fece chiudere gli occhi e tossire come un vecchio di sessant'anni. Non ci si vedeva. Era pieno come un uovo. Gli uni erano addosso agli altri e nessuno poteva muoversi. Creda a me che non dico bugie. Erano gli uni sugli altri come le sardine. Fu una vita da cane la notte del mio arresto. L'aria che si respirava rivoltava lo stomaco.
Pieno, fin troppo; aveva notato uno di quei critici che cercano il pel nell'uovo e non disperano di trovarcelo. Il dipinto è ancora un po' fresco; rispondeva un vicino; aspettate.
Examinato: senza spirto: e core: Son stato a udirti e di sospiri pieno E veggio a trarmi fuor di tal dolore: Ogni soccorso tuo: venirmi a meno: O destin mio fatale: o cieco amore O volto divo angelico: e sereno: Habiate dil mio mal: qualche mercede Ch'io no so: ovonch'io vada: o ferma: il piede
Nella occasione, di cui è proposito nella nota antecedente, Pasquino, satireggiando, finse portare un bacile pieno di forche, di ruote, mannaie, e catene. Interrogato ov'ei ne andasse con arnese siffatto, rispondeva: «a metterlo in tavola per la salsa di Sua Santit
Usciamo di metafora. Il cicisbeo era sempre in pieno esercizio in molte case signorili, in quelle specialmente dove la cascaggine dei zerbinotti e le smancerie dei ganimedi si credevano così innocue da limitarsi a leziosi inchini, e, tutt’al più, a languide occhiate. Se qualche puritano ne faceva le maraviglie, c’erano i non puritani, persone di mondo, che trovavano opportuno lasciar fare.
Con una lingua informe tuttavia, dura nelle sue determinazioni, viziosa nella sua sintassi, nuda di tutta coltura e di tutta armonia, in mezzo alla generale abitudine ad uno stile pieno di pleonasmi, con un verseggiare incerto nella sua misura, com'era possibile mai il produrre un'opera di vera poesia?
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