Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !

Aggiornato: 2 giugno 2025


Era un'acqua colorata e tepida di un sapore che faceva fare gli occhiacci. Lo si inghiottiva come una medicina disgustosa. Il 2557 non lasciò mai il suo mezzo litro di vino di 18 centesimi, anche quando il vino era acre o imbevibile come l'aceto. Egli aveva uno stomaco di ferro, ma senza una goccia di vino non avrebbe potuto digerire i piatti del menu carcerario.

Per buona fortuna entrò la Menica, che si mise a distendere sulla tavola una bianca tovaglia di bucato, poi distribuì i tovagliuoli, i piatti, le posate, e apparecchiò in ordine ogni cosa.

Era una seconda mona, spontaneamente offerta all'Ambasciatore da Sidi-Mohamed-Ben-Auda, forse per farsi perdonare il cipiglio minaccioso della mattina. I piatti non erano ancora messi in terra, che comparve il governatore coi suoi cinque figli, tutti a cavallo, seguiti da uno stuolo di servi. L'Ambasciatore li ricevette nella sua tenda e conversò con loro per mezzo dell'interprete.

La colazione fu preparata in un elegante salotto dell'albergo, che faceva parte del quartierino che il barone aveva scelto per nell'angolo più ombreggiato: e fu servita con una grande profusione di piatti, di vasi, di fiori.

Tina vide la faccia della vecchia incresparsi. Io non avrei fatto così con mia figlia. Quindi andò per l'ultima volta in cucina a lavare i piatti.

Anna attendeva a porgere i piatti, li arnesi, i vasellami di rame. Le pareva ora che la cucina assumesse una sorta di solennit

Adesso, Menico diventato il chellerino, è addetto alla birreria del Tevere, ma le sue funzioni sono limitate a cambiare i piatti e le posate, nonchè a essere lo scaricatoio di tutte le bizze delle chellerine. Pure, certe volte ha la vanit

La sola cosa mangiabile era il montone allo spiedo. Nemmeno il cuscussu, il piatto nazionale dei mori, fatto con grano tritato della grossezza della semola, cotto a vapore e condito con latte o brodo, perfido simulacro di risotto , nemmeno questo famoso cuscussu, che piace a molti europei, mi è riuscito d'inghiottirlo senza cangiar colore. E ci fu qualcuno di noi che, per punto, mangiò di tutto! cosa consolante la quale dimostra che in Italia ci sono ancora dei grandi caratteri. A ogni boccone, il nostro ospite c'interrogava umilmente collo sguardo, e noi, stralunando gli occhi, rispondevamo in coro: Eccellente! Squisito! e buttavamo giù subito un bicchier di vino per ravvivarci gli spiriti. A un certo punto, scoppiò nel cortiletto una musica bizzarra che ci fece balzar tutti in piedi. Erano tre sonatori, venuti, come vuole il costume moresco, a rallegrare il banchetto: tre arabi dai grandi occhi e dal naso forcuto, vestiti di bianco e di rosso, uno colla tiorba, l'altro col mandolino, il terzo col tamburello; tutti e tre seduti fuori della porta della nostra stanza, vicino a una nicchietta dove avevano deposto le pantofole. Tornammo a sedere e i piatti ricominciarono a sfilare (ventitrè, comprese le frutta, se ben mi ricordo) e i nostri volti a contorcersi e i turaccioli a saltare in aria. A poco a poco le libazioni, l'odore dei fiori, il fumo dell'aloé che ardeva nei profumieri cesellati di Fez, e quella bizzarra musica araba, che a furia di ripetere il suo lamento misterioso, s'impadronisce dell'anima con una simpatia irresistibile; ci diedero per qualche momento una specie di ebbrezza taciturna e fantastica, durante la quale ognuno di noi credette di sentirsi il turbante sul capo e la testa d'una sultana sul cuore. Finito il pranzo, tutti si alzarono e si sparpagliarono per la sala, per il cortile, per il vestibolo, a guardare e a fiutare da ogni parte con una curiosit

Serena finì di sparecchiare, s'aggirò ancora un pezzo per la camera, mettendo in assetto le sedie, tirando fuori il lucignolo della lucerna, fermandosi ad ascoltare ogni piccolo rumore che venisse dalla strada: poi prese i piatti accastellati, e andò in cucina a risciacquarli.

Finalmente le due cugine si diedero ad apparecchiare la mensa. E Teresa non ristava di parlare colla sua spigliata loquela, mentre stendeva la tovaglia o recava i piatti, i bicchieri, le posate.

Parola Del Giorno

rincorare

Altri Alla Ricerca