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Quei giovani erano nostri. Nostri, esciti pressochè tutti dalla Giovine Italia, amici miei e in contatto con me, erano Mora, Burdini, Romolo Griffini, il povero Pezzotti, Carlo Clerici, De Luigi, Ercole Porro, Daverio, Bachi, Ceroni, Antonio Negri, Bonetti, Pietro Maestri e gli altri che avevano, stretti a nucleo e consigliandosi talora con Carlo Cattaneo, educato il popolo all'abborrimento dello straniero, diffuso scritti popolari, predicate le idee, insegnato ai giovani la coscienza della propria forza, ispirata e diretta l'agitazione progressiva che affratellò le moltitudini nel concetto e deliberato il moto quando giunse la nuova delle concessioni imperiali: nostri e giova or dirlo e nominarli, dacchè nessuno lo disse o li nominò. Al nucleo di quei giovani repubblicani appartenevano Emilio Visconti Venosta oggi ministro e un Cesare Correnti, spettabile per ingegno ma appestato di scetticismo e senza fede ne' principii, della cui rovina m'occorrer

Rividi, caduta Milano, Correnti. Io era nel giardino Ciani in Lugano con Carlo Cattaneo e altri, quando Pezzotti uno de' migliori nostri e che morì suicida nelle prigioni dell'Austria venne a dirmi che Correnti chiedeva vedermi. Ricordo ancora il volto di pentito e l'accento di supplichevole con cui, fisso l'occhio al suolo, ei mi disse: non parlarmi del passato, ma usciere, sentinella, ufficiale, fatemi ciò che volete, pur ch'io giovi al paese. Riferii quelle parole agli amici: diffidavano tutti. Pensai nondimeno che s'egli avea male operato, i casi di Milano erano tali da guarire radicalmente chi non fosse profondamente corrotto. E divisai d'avviarlo a Venezia, dove il popolo teneva levata in alto la bandiera tradita dalla monarchia. In Lombardia, Garibaldi errava tuttavia in armi tra Como e Varese. Migliaja d'esuli s'accalcavano nel Cantone Ticino e potevano, se una opportunit

E perchè rimarremmo? per registrare al compianto degli stranieri i nomi dei nostri migliori imprigionati, torturati, strozzati? per dir loro che in Italia i nostri amici si impiccano nelle prigioni come Pezzotti, o tentano di segarsi la gola come Rossetti, per non soggiacere ai pericoli d'un lento martirio? per ricordare ad ogni tanto alla Europa che sulla terra ove, quattro anni addietro, bastò sorgere per vincere; sulla terra dove Roma, Venezia, Brescia, Bologna, Ancona, Messina suscitarono combattendo il plauso dei popoli, oggi l'austriaco governa, come tra un branco di giumenti, adoperando il bastone, adoperandolo sopra uomini e donne? e udirci dire: che! non avete braccia? non avete core? non sentite prepotente sopra ogni altra cosa il bisogno di unirvi tutti in uno sforzo supremo di lotta feroce invincibile?