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Aggiornato: 20 maggio 2025
Quei giovani erano nostri. Nostri, esciti pressochè tutti dalla Giovine Italia, amici miei e in contatto con me, erano Mora, Burdini, Romolo Griffini, il povero Pezzotti, Carlo Clerici, De Luigi, Ercole Porro, Daverio, Bachi, Ceroni, Antonio Negri, Bonetti, Pietro Maestri e gli altri che avevano, stretti a nucleo e consigliandosi talora con Carlo Cattaneo, educato il popolo all'abborrimento dello straniero, diffuso scritti popolari, predicate le idee, insegnato ai giovani la coscienza della propria forza, ispirata e diretta l'agitazione progressiva che affratellò le moltitudini nel concetto e deliberato il moto quando giunse la nuova delle concessioni imperiali: nostri e giova or dirlo e nominarli, dacchè nessuno lo disse o li nominò. Al nucleo di quei giovani repubblicani appartenevano Emilio Visconti Venosta oggi ministro e un Cesare Correnti, spettabile per ingegno ma appestato di scetticismo e senza fede ne' principii, della cui rovina m'occorrer
Il combattimento durò tre ore, le nostre truppe che vi presero parte, sopratutto bersaglieri e Real Navi, mostrarono gran valore; ebbero due ufficiali e sei soldati morti, cinque ufficiali feriti fra i quali il Colonnello Lamarmora e il Maggiore Maccarani comandante le truppe Real Navi e trentacinque soldati. Si distinsero il Generale D'Arvillars, il Capitano Griffini e Domenico Resta.
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