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Il generale Lamarmora ne toglie via il mobilizzamento della guardia cittadina. E Ratazzi addolcisce tutto ciò con quel tatto che danno la pratica e la comprensione degli affari. Voi vedete che il terzo partito non ha nulla inventato, e sopra tutto, che esso non è affatto rivoluzionario grazie a Dio!

Egli comandò quel corpo di 15,000 Piemontesi, che il conte di Cavour mandò in Crimea e prese parte al bel combattimento della Tchernaia. Nella campagna del 1859 Lamarmora s'ebbe una parte secondaria, non saprei proprio perchè, se non fosse ch'egli va considerato come un generale organizzatore ed amministratore, un ministro, piuttosto che un generale di strategia e di campi di battaglia.

Egli è nondimeno sommamente bravo e possiede l'intera confidenza dell'esercito. Il generale Lamarmora è venuto una sola volta in Parlamento per interpellarvi il ministro della guerra. Egli parlò come un soldato, ma con calore e sovente con spirito. E serratamente logico. Lo si dice liberale.

Parlo del rifiuto dato alle domande d'ajuto contro l'Austria, indirizzate dal vostro Governo al Governo francese; rifiuto dal quale voi e il vostro collega Lamarmora avete desunto che: le repubbliche ebbero sempre una politica egoista, e che voi dovete allearvi all'impero.

Dopo la difesa di Roma e la ritirata a S. Marino, il generale Alfonso Lamarmora conobbe Garibaldi a Genova nel settembre del '49. «Ho visitato Garibaldi», scriveva al Da Bormida: «ha bella fisionomia, un far rozzo, ma franco; sempre piú mi persuado che in buone mani se ne poteva trar partito». Sette giorni dopo tornava a scrivergli: «Garibaldi non è uomo comune; la sua fisionomia, comunque rozza, è molto espressiva.

Il giorno 6 di aprile le truppe Sarde ebbero cogli Austriaci un forte scontro al ponte di Goito ed a Monzambano ove i bersaglieri comandati dal Colonnello Lamarmora, il battaglione Real Navi e i cannonieri si copersero di gloria. Il giorno 13 s'investiva Peschiera con vivissimo cannoneggiamento.

Parlerò degli altri e dei questori più giù. Adesso sono stanco. Terzo partito. Suo programma. Suoi capi. Lamarmora. Carriera di questi. Depretis, Pepoli. Loro figura. Partigiani. Capriolo. Berti-Pichat.... ed altri. Carattere di questo partito. Situazione e sua espressione. Torino, 19 maggio 1860 e 20 febbraio 1861.

Il commendatore Ratazzi, il quale è il meno avanzato degli anzidetti tre uomini politici, sarebbe forse il più sostenuto, perchè egli sa che l'ora sua è inevitabilmente segnata ed egli non esordisce oggidì. Il generale Alfonso Lamarmora non è che un soldato, e niente più che un buon soldato. La politica è per lui del chinese.

Invece di tenere unite quanto più si potesse le nostre forze, esse erano schierate sopra una fronte eccessivamente estesa. Il generale Lamarmora con una Divisione era stato inviato nella Lunigiana per attraversare l'Appennino con l'obbiettivo di assalire gli austriaci alle spalle sulla sinistra del Po.

Uscito luogotenente dal collegio militare nel 1823, non fu nominato generale che nel 1848, dopo la guerra di Lombardia, in seguito della disfatta di Custoza. Lamarmora si era trovato agli affari di Monzambano, Borghetto, Taleggio, Peschiera, di guisa che era stato decorato di una medaglia in oro.