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Aggiornato: 1 giugno 2025
Sì; aveva creduto d'odiare la vita, ma s'era ingannato. L'amava perch'era giovine, perchè il sangue gli correva rapido nelle vene, perchè aveva intatte le forze del corpo e dell'intelletto, perchè malgrado dei recenti disinganni, il futuro aveva pur sempre qualche attrattiva per lui. Ebbe un altro accesso di disperazione. Gridò ancora, tese ancora l'orecchio. Nulla, nulla.
Or le calze riforma, ora il cappello, ora le brache, e guadagna gran lode; e tagli or lunghi or corti al giubberello, i capelli or in borsa or con le code, le fibbie or di metallo ed or di brilli, ovate, tonde e quadre, e mille grilli. E perché gli piacevano le dame, ei fu inventor de' cavalier serventi. A vincer cori aveva mille trame, perch'era un damerin de' diligenti.
8 Perch'era conosciuta da la gente quella donzella ch'avea in compagnia, fu lasciato passar liberamente, né domandato pure onde venìa. Giunse alla piazza, e di fuoco lucente, e piena la trovò di gente ria; e vide in mezzo star con viso smorto il giovine dannato ad esser morto.
Il contino Bollati non si dominava con gli argomenti, ma con la paura; lo si teneva in pugno perch'era un vile. E questa fu l'impressione che anche Gasparo ritrasse dal suo colloquio con Leonardo. Si sarebbe vinto, ma la prospettiva d'una tale vittoria umiliava il nostro ufficiale assai più d'una sconfitta.
Angelin di Bellanda, la mattina del cimento fatal, per tempo assai con la sua famigliuola sí meschina er'ito a certi frati pien di guai, in una chiesa fuor di via, piccina, dove le genti non andavan mai, perch'era ignuda e sull'altar maggiore due candeluzze sol facean splendore.
Con disonor la cognata è ambulante; par che il dolor lo sposo le uccidesse; per tal fuga ognun mormora, è dolente: Bradamante la borsa ha solo in mente. Né si trovava una persona ardita che le facesse un po' di correzione, e perch'era gran dama e riverita, si rispettava la sua passione.
Il dì medesimo della battaglia, re Carlo trapassava dai mari di Toscana a quei del regno, avendo seco da quaranta galee, portato da prosperi venti, da novelle speranze, finchè a Gaeta il nunzio incontrò, scrivealo al papa egli stesso, di sollecitudine e angoscia. Più che la perduta flotta, il trafisse la morte e prigionia de' suoi gagliardi; del figliuolo sol rammaricossi perch'era un pegno in man dei nemici; talchè nel solito abbandono di rabbia, o infingendosi, imprecavagli: «Foss'ei morto com'è prigione! Che m'è a perdere un prete imbelle, uno stolto che si da sempre a' consigli peggiori ?» I terrazzani di Gaeta, che gi
E lo potea ben far, perch'era buona con tutte l'arme, o sia a cavallo o a piede. Amon, che contrastar con la Corona non può né vuole, al fin sforzato cede; e ritornare a corte si consiglia, dopo molti discorsi, egli e la figlia.
E una dama vantandosi avea detto in quel: Mai feci figli a un tavoliere. Non dimandar se il rider fuori scocca, perch'era quella da' sei denti in bocca. Marco dal Pian di San Michel, poeta, era venuto, e all'apparir di quello, parve che fosse giunta la cometa, al gridar di parecchi: Véllo, véllo.
Talor la man sinistra al fesso mette del giubberello, e spinge il quarto in fuori, perch'era tempestato di stellette e fiorellin che mandava splendori. In mille scorci par ch'e' si rassette, tal che rideano insino a' servitori, e talor per ischerno alcun lo chiama, dicendo: E' par che capiti una dama. Illustrissimo, certo ella vien via. Presto Terigi alla scala correa.
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