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Aggiornato: 12 giugno 2025
Il popolo, nell’ora in cui giunsero i messaggeri delle navi, era tutto fuori dell’abitato ad accoglierli. In quella folla color di rame erano spruzzate le gaie note del bianco e del rosso, indizio primo e sicuro d’un principio di vestimenta. Le donne, infatti, portavano quasi tutte certi guarnelletti di cotone, che si stringevano alla vita e non giungevano al ginocchio, lasciando scorgere tutta la eleganza del busto e le gambe fini e nervose. Meno coperti erano gli uomini, contenti della lor fascia alle reni; ma essi mettevano tutta la cura dell’adornamento mascolino nelle loro capigliature, legate a ciuffo sull’alto della testa, un po’ verso la nuca, donde usciva a mo’ di cresta di pavone un piccolo fascio di penne, verdi, rosse, gialle ed azzurre. Uomini e donne avevano la carnagione d’un bel colore metallico; di rosso cupo, come la terra di Napoli, con una velatura di lacca carminata; il color di rame, insomma, quando lo esalta e lo rallegra la viva luce del sole. A questo color di carnagione bisogna farci l’occhio, lo capisco ancor io; ma domandate a Damiano, che ci si era avvezzato, e sar
Vedi come l'ha dritte verso 'l cielo, trattando l'aere con l'etterne penne, che non si mutan come mortal pelo>>. Poi, come piu` e piu` verso noi venne l'uccel divino, piu` chiaro appariva: per che l'occhio da presso nol sostenne, ma chinail giuso; e quei sen venne a riva con un vasello snelletto e leggero, tanto che l'acqua nulla ne 'nghiottiva.
Sotto ciascuna uscivan due grand’ ali, quanto si convenia a tanto uccello: vele di mar non vid’ io mai cotali. Non avean penne, ma di vispistrello era lor modo; e quelle svolazzava, sì che tre venti si movean da ello: quindi Cocito tutto s’aggelava. Con sei occhi piangëa, e per tre menti gocciava ’l pianto e sanguinosa bava.
E' vestita anche lei di penne, ma morbide, morbide che il giardiniere chiama seta, velluto, pelliccia... Nel muoversi intorno alla colombaia la signora batteva le mani con gioia dicendo: «Pagiolin, Pagiolin, tu sei il primo cantore!» e mi regalò un miglio speciale! La sua veste di seta e velluto cantava come me e come il Sole. Il Sole però tuba più forte di noi!
Un critico scrisse allora: «Alfredo de Musset, ha lasciato due penne a disposizione di chi poteva prenderle: la penna della prosa a quella dei versi. Ottavio Feuillet aveva gi
al suon de la dolcissima armonia ferman le penne i tempestosi venti; stanno i giri del ciel taciti e intenti; e non ch'altri, ma Febo il corso oblìa. E qual alma mortal la mira e ascolta, ad ogni uman disìo tutta si toglie e con tutti i pensieri al cielo aspira. La mia, che mai da lei non si discioglie, col vago spirto suo da Amore accolta a quel si stringe, e 'ntorno a lei s'aggira. Dello stesso
E quella pia che guido` le penne de le mie ali a cosi` alto volo, a la risposta cosi` mi prevenne: <<La Chiesa militante alcun figliuolo non ha con piu` speranza, com'e` scritto nel Sol che raggia tutto nostro stuolo: pero` li e` conceduto che d'Egitto vegna in Ierusalemme per vedere, anzi che 'l militar li sia prescritto.
in sogno mi parea veder sospesa un’aguglia nel ciel con penne d’oro, con l’ali aperte e a calare intesa; ed esser mi parea l
Sbucava sollecito dal suo capannuccio, si arrampicava sull'albero, e andava a spiccare i tapinelli, badando a non strappar loro le penne maestre; ripuliva dal vischio le loro graziose zampine, e li rimandava con Dio, in nome di quella bellissima dama che era sparita pur dianzi. Poco stante capitava il babbo. Orbene, non c'è stato nulla?
CALONIDE. Io te lo dissi, allora, che non s'è fatto nulla di Filocrate né s'è per far; ché, se mi ritornasse carico d'oro, non glie la darei. Poi ti dico de l'altro: che non voglio che noi pensiam tant'alto, perché poi non ci venisse come quella fola di colui che voleva andare in cielo con le penne di cera. ARTEMONA. Non fai nulla, se guardi a queste cose. Tu sei savia.
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