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Aggiornato: 12 giugno 2025


Ella indossava un vestito di merletto nero, non aveva altro che due perle agli orecchi, e in testa un grande cappello Rembrandt, dalla tesa spiovente, coperto di lunghe penne di struzzo.

FR. Maravigliomi, vedendoti pratico ne' poeti, che tu non abbi letto come anticamente le streghe si solevano cacciare dagli usci con una mazza di spina bianca, e che sono uccelli ingordi col corpo grosso e gli occhi fissi, incavati, il becco torto, le penne macchiate di bianco, e l'ugne adunche, e che si chiamano streghe dall'orribile stridire che fanno di notte: vedi adunque che pur si trova scritto come ella si chiami, e perchè, e qual natura, e qual forma sia la sua.

Sotto ciascuna uscivan due grand'ali, quanto si convenia a tanto uccello: vele di mar non vid'io mai cotali. Non avean penne, ma di vispistrello era lor modo; e quelle svolazzava, si` che tre venti si movean da ello: quindi Cocito tutto s'aggelava. Con sei occhi piangea, e per tre menti gocciava 'l pianto e sanguinosa bava.

Le sue penne mandavano bagliori e fosforescenze d'oro e di piropo e, o fosse che i poveri vecchi la vedessero attraverso le lagrime, o fosse altrimenti, parve loro una cosa piovuta dal Cielo, se non proprio il gallo che convertì San Pietro.

e se ’l sommo piacer ti fallio per la mia morte, qual cosa mortale dovea poi trarre te nel suo disio? Ben ti dovevi, per lo primo strale de le cose fallaci, levar suso di retro a me che non era più tale. Non ti dovea gravar le penne in giuso, ad aspettar più colpo, o pargoletta o altra novit

Di quando in quando dalle foreste uscivano svolazzando rapidamente bellissime ibis religiose, uccelli grossi come polli, colle penne bianchissime ma orlate di nero alle estremit

E' una di quelle gigantesche aquile di ferro e tela tante volte contemplate ad Abano quando si slanciavano in alto, portando uomini imbottiti di penne che poi lasciavano cadere degli sterchi neri scoppianti.

Quando i popoli, rotte ad una ad una le penne della grande aquila che ecclissava il sole della libert

Poscia che i fiori e l’altre fresche erbette a rimpetto di me da l’altra sponda libere fuor da quelle genti elette, come luce luce in ciel seconda, vennero appresso lor quattro animali, coronati ciascun di verde fronda. Ognuno era pennuto di sei ali; le penne piene d’occhi; e li occhi d’Argo, se fosser vivi, sarebber cotali.

C he temer lei, s'un Dio nel ciel ad O ro O ver s'in terra un Mecenate o N oro? Or sbuco giá qual nottula di tomba, ed oltra quella spera, onde la pioggia descende e per augel rado si poggia, date mi son le penne di colomba. Tant'alto salirò, che mi soccomba chi ha 'l giro di trent'anni, e 'n l'aurea Loggia, ove 'n se stesso un Trino Sol s'appoggia, fia tempo ch'al convito suo discomba.

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