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darotti un corollario ancor per grazia; ne' credo che 'l mio dir ti sia men caro, se oltre promession teco si spazia. Quelli ch'anticamente poetaro l'eta` de l'oro e suo stato felice, forse in Parnaso esto loco sognaro. Qui fu innocente l'umana radice; qui primavera sempre e ogne frutto; nettare e` questo di che ciascun dice>>.

Ed elli a lui: «Tu prima m’invïasti verso Parnaso a ber ne le sue grotte, e prima appresso Dio m’alluminasti. Facesti come quei che va di notte, che porta il lume dietro e non giova, ma dopo fa le persone dotte, quando dicesti: ‘Secol si rinova; torna giustizia e primo tempo umano, e progenïe scende da ciel nova’.

Ed elli a lui: <<Tu prima m'inviasti verso Parnaso a ber ne le sue grotte, e prima appresso Dio m'alluminasti. Facesti come quei che va di notte, che porta il lume dietro e se' non giova, ma dopo se' fa le persone dotte, quando dicesti: 'Secol si rinova; torna giustizia e primo tempo umano, e progenie scende da ciel nova'.

sia gloria altrui se la sua lira suona aver le sacre Muse al cantar pronte; cinga altrui Febo la felice fronte de la fronde, che mai non l'abbandona; altri si vanti che benigna e lieta stella, a lui rivolgendo il suo splendore, a questa luce il fece uscir poeta; il mio Parnaso, il mio perpetuo umore, le mie Dive, il mio Apollo e 'l mio pianeta, è 'l valor vostro impresso nel mio core.

La protuberanza dell'abbaco doveva essere molto rilevata nel suo cranio, e, posta accanto a quella dell'egoismo, doveva formargli una specie di Parnaso, montagna poetica, la quale, se ben ci ricorda, aveva due cime. E il fonte Castalio? diranno i lettori. Se il Parnaso c'era, il fonte non doveva mancare.

Gloria il novo Parnaso ornò stupenda, più tutta disparve a' futuri; Ma non per ciò le vie Da' sommi ingegni al ver furono aperte: In cor del volgo non oprossi ammenda; Spirti v'ebbe più colti e più spergiuri: Sul Parnaso salite anco le arpìe Spesso di plauso e fiori and

«Volgi, Beatrice, volgi li occhi santi», era la sua canzone, «al tuo fedele che, per vederti, ha mossi passi tanti! Per grazia fa noi grazia che disvele a lui la bocca tua, che discerna la seconda bellezza che tu cele». O isplendor di viva luce etterna, chi palido si fece sotto l’ombra di Parnaso, o bevve in sua cisterna,

Non fu dunque iperbole sconfinata, come a prima vista parrebbe, quella di Manuel Faria, che nella prefazione di un suo libro osò scrivere che ogni fontana del Portogallo è un'Aganippe, ogni monte un Parnaso.

«Volgi, Beatrice, volgi li occhi santi», era la sua canzone, «al tuo fedele che, per vederti, ha mossi passi tanti! Per grazia fa noi grazia che disvele a lui la bocca tua, che discerna la seconda bellezza che tu cele». O isplendor di viva luce etterna, chi palido si fece sotto l’ombra di Parnaso, o bevve in sua cisterna,

<<Volgi, Beatrice, volgi li occhi santi>>, era la sua canzone, <<al tuo fedele che, per vederti, ha mossi passi tanti! Per grazia fa noi grazia che disvele a lui la bocca tua, si` che discerna la seconda bellezza che tu cele>>. O isplendor di viva luce etterna, chi palido si fece sotto l'ombra si` di Parnaso, o bevve in sua cisterna,