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Aggiornato: 18 giugno 2025
Pardo vuol maritar Cleria col capitano, perché non gli dá dote; e Gulone parasito tratta le nozze. Proporremo voi a Pardo con la medesima condizione; e come che voi sète di maggior merito, stimo che l'otterremo. Poi diremo che Attilio vuol prender Sulpizia, perché il vecchio lo desia molto, e vuol che si sposino per la sera che viene.
Guidati da Pardo, gl'insorti ributtavano con ostinato valore gli uomini di Frazitto; il quale, irato di cedere innanzi a un pugno di montanari, incuorava colle parole e coll'esempio i soldati a tener salda la bandiera del Monarca e far onore all'assisa che vestivano. E per verit
PARDO. Io non vorrei che la lingua fusse differente dal core. EROTICO. Cavata mi sia la lingua insieme col core, se non è vero quanto io vi dico. PARDO. Perdonatemi, se ne dimando con tanta instanza, perché dubito che, per qualche sdegno o martello passato tra voi, vogliate tor mia figlia.
CLERIA. Io cenni? io atti? veramente sei fuor di cervello. PARDO. Orsú, non moltiplichiamo in parole: figlia, sali su. Tu, Pedolitro, poiché sei forastiero, vieni a desinar meco. PEDOLITRO. Ho desinato. Andrò per saper alcuna novella de' miei. PARDO. Potrete voi e vostro figlio fermarvi in casa mia e riposarvi, e poi a bell'aggio andar cercando de' vostri parenti.
Si pasce d'aria e vive di ruggiada come le cicale, mangia a tavola con la gloria e ambizione, e, essendo un becco, si vuol servir di vostra figlia per una vacca. E per mantener quel fumo del suo camino, quando ella non consentirá, con una furia di bastonate le fará far quel che vuole; talché mangiará sempre piú bastonate che pane. PARDO. È gentiluomo.
Oh Pardo!... le lagrime mi fanno intoppo... qui... Oh, addio, ritorna presto... e dovunque ti celi ricordati della sposa... Oh Iza, e come potrei scordarti? Pardo, Pardo, addio! Iza, Iza, addio, addio! E fatti muti dal dolore, i giovani sposi si baciarono ancora una volta, mestamente sorrisero, e quasi di fuga s'allontanarono.
PARDO. Lo castigherò ben io. TRINCA. Gulone è come il canchero che, quanto meglio lo nudrite, piú incancherisce e infistolisce. PARDO. Che rimedio ci sará? TRINCA. Quello degli infranciosati: con una dieta di pane e di acqua per quaranta giorni, ché lo consumi la fame e la sete in fin all'ossa. Come se li manca la biava, andrá via. Però torniamo a noi.
Animo, compagni... gridava lui... animo... salviamo l'amico! Pardo sar
Pardo fissava con occhi paurosi il precipizio che s'apriva a lui daccanto, e neppur la bella e lussureggiante vaghezza dei pendii che dal Cammarata andava morendo giù giù sino a Ribera gli apriva l'animo a sentimenti di pace e perdono: piangeva, e del suo pianto vergognava!
PEDOLITRO. Tal è, qual vi ho detto. PARDO. Come l'avete vista in Vineggia, se voi non vi sète mai stato? PEDOLITRO. Ci son stato a mio dispetto duo mesi infermo. PARDO. Se sète stato in Negroponte e venuto in Napoli per mare, come sète stato in Vineggia? PEDOLITRO. In Negroponte? e quando? chi v'ha detto queste bugie peggior delle prime? PARDO. Tuo figlio.
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