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Aggiornato: 22 giugno 2025


Il conte Bollati? Chi è? Non lo conoscete? Quel signore alto, coi baffi biondi, che abita qui all'ultimo piano. Non lo conosco.... Ma badi.... ho sentito dire dal medico che anche su in alto c'è qualcheduno col colèra. Vergine santa! gridò la giovine mettendosi la mano al cuore. Padroncina, per amor di Dio, andiamo a casa, ripetè angosciosamente la serva.

Morta!... veramente morta! esclamava, battendo palma a palma, e guardando tra sorpreso e dolente or l'una or l'altra delle astanti. E quelle buone ragazze proruppero in lamenti. Lo vede?... lo vede? ripetevano tra' singhiozzi, oh, chi l'avrebbe detto, non più tardi di ier l'altro venimmo a vederla, ed era piena di vita e di salute! Oh, povera padroncina.... tanto giovane... tanto buona...

Non curato dalla contessa Lalla, egli cercò della Nena colla quale aveva sempre tenuta viva l'amicizia, pensando di valersene in ogni evenienza; ma non potè trovarsi con la Nena che una sol volta, perchè la padroncina, gi

La padroncina, che, a dirvela di passata, è bella come la madre nostra, l'Italia, gli ha fatto gola. Egli ha saputo che la signorina Maria non è altrimenti sorella del signor Lorenzo; e siccome chi mal fa peggio pensa, s'è posto a molestarla con le sue smancerie e con le sue proposte da chiasso.

Il nostro Michele non si sarebbe doluto tanto di non vedere il Bello, se avesse saputo perchè la sua padroncina era contenta, quando egli s'era alzato da letto. Abbiamo narrato nel capitolo precedente che Lorenzo Salvani, uscendo di casa, era andato a' Banchi per salutare l'Assereto.

Michele era sempre ritto al suo posto, con le braccia incrociate sul petto, come Napoleone il grande. Il Ceretti quella volta non tornò all'assalto. Aveva avuto il suo resto; tutto indolenzito e pesto com'era, non aveva più forza di muoversi. Michele! disse allora la fanciulla con aria di rimprovero al domestico, avete fatto assai male. Male, io, padroncina? La non m'entra.

Il cane di suo padre veniva festoso incontro di lei, e quando fu discesa la colmò di carezze; lo che aumentò il di lei vivo dolore. «Mia cara padroncina...» le disse Teresa, e poi si fermò; le lacrime di Emilia le impedivano di replicare; il cane saltellava intorno a lei; di repente corse alla carrozza. «Ah! signora Emilia, povero il mio padronesclamò Teresa; «il suo cane è andato a cercarlo

BALIA. Non appar anima nata. Accostati, Mastica. OLIMPIA. Mastica! MASTICA. Padroncina mia dolce! OLIMPIA. Ricordati che non ho mai lasciato far cosa per tuo servigio, però ti priego m'aiuti in questo mio estremo bisogno.

Aveva tempo di fare un giro nel parco. Sentiva bisogno d'una boccata d'aria aperta, di sgranchirsi in mezzo al verde, di ritrovarsi fuori, sola con i propri sentimenti. Wise, felice, si lasciò adattare la musaruola lambendo la mano della padroncina. E tutti due infilarono il viale che si apriva subito al di l

Ti ringrazio infinitamente dell'intenzione, ma sarai lieta anche tu di sapere che la tua eloquenza tenera non entra per nulla nella determinazione che ho presa. In fretta. ErnestaPiù tardi gli stornelli si staccarono come un nugolo dal tetto della casa e parvero accompagnare la padroncina che se ne andava. Cieco!

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