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Aggiornato: 16 luglio 2025


Amedeide magg. st. 7 L'orgoglioso Ottoman. ...... min. ivi Orgoglioso Ottoman. Fan caldi prieghi a Dio le Rodie genti, Onde aiti l'esercito Cristiano. Contro Amedeo pieno di spirti ardenti Prova di guerra far desìa Ottomano: Muovonsi l'armi ai bellici cimenti; È ferito de' franchi il Capitano: Di Fernando per man colpo discende, Che morto Alfange in sul terren distende.

Di quì s'infiamma, ed a lo sdegno il freno Ottoman scioglie, e guerreggiar destina, vuol, che per altrui gli venga meno La palma al suo valor tanto vicina; Mentr'ei di furor rigonfia il seno, A me dianzi discese ombra divina, E con certo parlar fe' manifesto Il fin di queste guerre empio e funesto.

Ei mi risponde: è tuo figliuolo anciso; Ottoman trïonfante entro le mura. Alla fiera novella io presi avviso Di serbar la mia vita almen sicura, E sovra legno piccioletto ignoto Ho cercato del mar seno remoto.

Fra tai vaghezze in essercizj duri Gli anni afforzava de l'inferma etate, Quando il grande Ottoman trombe e tamburi Fe' passeggiar per le provincie armate; Quì reggendo ei, come ciascun procuri Terger le spade e le saette alate, E gli scudi indorar, fra tante squadre Armarsi volle, e seguitare il padre.

Ultimi di ciascun mossero il piede Numerosi di Ponto abitatori. Questi in cura a Bostange Ottoman diede; Seco ha cinquanta Capitan minori; Bostange per et

Ma le parole, e de' lor duci i volti, E del grande Ottoman gli alti sembianti, E cotanti stendardi a l'aura sciolti, E 'l suon de l'armi, e de le trombe i canti, Possono , ch'a la temenza tolti E fanti e cavalier spingonsi avanti, sul campo i Cristiani han tardo il piede, E gi

Quinci fier Telamon la spada afferra, E sen va su la calcata arena, Che giunge ad Ottoman per fargli guerra, Che la saetta era posata appena; Giovine capriol, che rapido erra Lunge da i can, che 'l cacciator scatena, Con corso men leggier trascorre l'erba, Che del timido piede orma non serba.

Or che farò? se 'n Colco unqua ritorno, Da quei Regi il mio biasmo ecco cantarsi; Se nel Regno di Rodi io fo soggiorno, Pur oggi i falli miei vi fian cosparsi, Ed udralli Ottoman; cotanto scorno Non è da sofferir per Anacarsi; E se contra il desir stata è mal forte, Emenda farne le convien con morte. Ma perchè m'abbandono? a che non stringo La spada, e volgo il piè su quelle arene?

Regge il Piemonte; e tra guerrieri acciari Gode sudando; e sol di gloria ha brama; E sangue di mille avi al mondo chiari, Chiaro risplende, ed AMEDEO si chiama; Or fatto campion solcare i mari, Ascoltando Ottoman cantar la fama, Di prevenir suoi corsi il prese cura; Schierò le genti ed assaltò le mura.

Parola Del Giorno

serafica

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