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Aggiornato: 5 giugno 2025
Il capitano fremente lo tacciava d’uomo ostinato, fino alla cocciutaggine. Ma quando il maestro partì fece spalancare tutte le finestre e le porte, affinchè uscisse ogni odore sospetto, e volle che Mosè tirasse fuori dalla stufa delle carte bruciate incompletamente, e che le riducesse in cenere, ma persisteva nel sostenere che non ci poteva essere nessun odore da fumo.
Sicuro, Nicolò: se non concludi qualche cosa quest'oggi, tu morirai nel tuo letto in odore di verginit
Mariano Perego, da sei o sette giorni a Primarole, "respirava odore di polvere" e se non fosse stato l'irresistibile simpatia per quell'"inconscio vendicatore della perfidia ipocrita e assassina e della gretteria sociale" sarebbe rimasto a godersi, con una fregataccia di mani, quel nuovo capitombolo di tanti "bei galantuomini, pieni di onore!"
È per altro un assai bell'uomo, il conte. Che mi fa a me di questo, quando ci è quell'odore che guasta tutto, e poi e poi.... A questo punto il conte lor passava ancora dinanzi. Vedi se tutta non è immaginazione? Perchè di' questo? Non hai sentito che forte odore di canfora e d'acqua nanfa ha lasciato dietro di sè il conte? e tu sentivi la feccia di vino.
La maggior parte degli ufficiali, che dovevano provvedere alle sorti della armata, e che dovrebbero avere avuto l'attribuzione di fare i piani di guerra, oltre l'esser digiuni di qualunque nozione d'arte militare, lo erano anche del minimo odore di polvere: tra gli altri per esempio il figlio di Bordone finì la campagna come capitano: era un giovanotto che poteva aver tutt'al più ventitre anni e che per la prima volta si spingeva davanti al fuoco.... delle stufe del quartiere generale!
Il signor Fedele, che sedeva in sala facendo certi suoi conti colla memoria, al lume d'una lucernetta, la cui fiamma per essere nudrita d'olio di noce, s'agitava fumicosa spandendo intorno un odore molesto; balzò in piedi a quel suono, corse sul pianerottolo, e levandosi alta la lucerna sopra la spalla, si chinò per vedere meglio chi fosse colui che saliva.
Cavallotti non volle mai smentire l'accusa e non volle mai dire pubblicamente su quale documento era basata. Ma tutti gli amici dell'autore di Anticaglie sapevano e sanno che l'accusa era basata su una ricevuta di cinquecento lire, firmata da Costantino Lazzari, nelle mani di Nicotera, ministro dell'interno. Chiunque di noi l'avesse veduta senza cercare altro, non avrebbe potuto venire ad altra conclusione. Cioè che Costantino Lazzari non aveva schifo dei fondi segreti. Ma la cosa non è così. E ne parlo appunto per distruggere una calunnia che perseguita Lazzari da parecchi anni. Non lo si può dire prudente, questo no. Prendere del danaro per un partito senza domandare da che parte venga, con la scusa che il denaro non ha «odore», è un po' arrischiato. Ma in verit
Intorno a lui ronzavano i mosconi nel caldo odore dell'erba tagliata e messa a seccare. Frulli d'ala, cinguettii di passeri vagabondi e i colpi spessi delle coti sulle falci, portati dal vento e mescolati alle voci erranti del villaggio, gli facevano intorno un piccolo mondo, in cui sentiva mescolarsi la vita alla morte.
Alla stazione di Verona quasi buia mugola asserragliato e ribollente uno dei reparti d'assalto che va a riposo. Odore acre e mordente di belve vittoriose. Ballano nelle corse e nei gesticolamenti i fiocchi dei fez neri tra il vociare turbinoso, le gomitate e gli spintoni. Gli arditi hanno occupato il caffè della stazione.
Nella cucina pulitissima, colle finestre socchiuse, un odore di rosolii vagava. La fanciulla aveva sete. Dovete curarvi, disse l'altra. È impossibile. Tina aveva abbandonato la testa sopra una mano, la serva si chinò sul fornello senza insistere davanti alla segreta tragedia della fanciulla.
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