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Aggiornato: 31 maggio 2025
Poi fisamente al sole li occhi porse; fece del destro lato a muover centro, e la sinistra parte di se' torse. <<O dolce lume a cui fidanza i' entro per lo novo cammin, tu ne conduci>>, dicea, <<come condur si vuol quinc'entro. Tu scaldi il mondo, tu sovr'esso luci; s'altra ragione in contrario non ponta, esser dien sempre li tuoi raggi duci>>.
Io mossi li occhi, e 'l buon maestro: <<Almen tre voci t'ho messe!>>, dicea, <<Surgi e vieni; troviam l'aperta per la qual tu entre>>. Su` mi levai, e tutti eran gia` pieni de l'alto di` i giron del sacro monte, e andavam col sol novo a le reni. Seguendo lui, portava la mia fronte come colui che l'ha di pensier carca, che fa di se' un mezzo arco di ponte;
Chiedevo invano ai boscosi poggi, ai pendii fioriti, all'Eisack sonoro se avessero veduto Violet. Che inesprimibile senso d'incertezza e di angoscia mi possedeva, come mi accresceva trepidazione il corso violento e sicuro della locomotiva! Se miss Yves, pensavo, non fosse ritornata, se mi allontanassi da lei! Era la prima volta che passavo il Brenner e ancor più mi pareva solenne quell'uscire dalla patria, quel novo aspetto delle cose, quel sentire al di l
L'animo, ch'e` creato ad amar presto, ad ogne cosa e` mobile che piace, tosto che dal piacere in atto e` desto. Vostra apprensiva da esser verace tragge intenzione, e dentro a voi la spiega, si` che l'animo ad essa volger face; e se, rivolto, inver' di lei si piega, quel piegare e` amor, quell'e` natura che per piacer di novo in voi si lega.
Purgatorio: Canto XXVIII Vago gia` di cercar dentro e dintorno la divina foresta spessa e viva, ch'a li occhi temperava il novo giorno, sanza piu` aspettar, lasciai la riva, prendendo la campagna lento lento su per lo suol che d'ogne parte auliva. Un'aura dolce, sanza mutamento avere in se', mi feria per la fronte non di piu` colpo che soave vento;
Benedetti color, che dolci appoggi Mi fur nell'infortunio, e benedetti Color, che mia letizia addoppian oggi! E benedetta l'ora in che sedetti, Saluzzo mia, di novo entro tue sale, E strinsi a me concittadini petti! Non vana mai su te protenda l'ale Quell'Angiol, cui tuo scampo Iddio commise, Sì che nobil sia cosa in te il mortale!
Di retro a tutti dicean: <<Prima fue morta la gente a cui il mar s'aperse, che vedesse Iordan le rede sue. E quella che l'affanno non sofferse fino a la fine col figlio d'Anchise, se' stessa a vita sanza gloria offerse>>. Poi quando fuor da noi tanto divise quell'ombre, che veder piu` non potiersi, novo pensiero dentro a me si mise,
vid’ io lo Minotauro far cotale; e quello accorto gridò: «Corri al varco; mentre ch’e’ ’nfuria, è buon che tu ti cale». Così prendemmo via giù per lo scarco di quelle pietre, che spesso moviensi sotto i miei piedi per lo novo carco. Io gia pensando; e quei disse: «Tu pensi forse a questa ruina, ch’è guardata da quell’ ira bestial ch’i’ ora spensi.
<<O frate, issa vegg'io>>, diss'elli, <<il nodo che 'l Notaro e Guittone e me ritenne di qua dal dolce stil novo ch'i' odo! Io veggio ben come le vostre penne di retro al dittator sen vanno strette, che de le nostre certo non avvenne; e qual piu` a gradire oltre si mette, non vede piu` da l'uno a l'altro stilo>>; e, quasi contentato, si tacette.
Fra noi, per noi ne l’ultima tempesta, Musa del novo amor, cadrai!...»
Parola Del Giorno
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