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Donna Alessandrina, aveva trovato la duchessa Eleonora veramente sublime di virtù e di coraggio, e l'additava come esempio alle gentildonne cristiane: e la duchessa di Casalbara diventava sempre più di moda a Milano per il suo dolore di moglie, come era stata di moda a Nizza per il suo amore di sposa. Della Cisalpina, nessuno più parlava: non era di "buon gusto", non era patriottico il parlarne.

Nel 1825, stando io a Ripagrande a bordo d'un bastimento di mio padre, veniva a visitarci un padre francescano di Nizza, abitante del convento suddetto. Io non ricordo il nome del frate, ma dai concittadini nizzardi si sapeva benissimo, esser stato lo stesso, quando era laico, una cima di dissoluto e di birbante. Tridenti, o con più denti ed un'asta.

Contava recarsi a Nizza, verso quelle coste di Francia, ch'ella aveva tante volte sognato, verso quella Parigi, che le sembrava chiusa da un velario d'oro, oltre il quale erano gioie insidiose ed ebbrezze ignote. Proveniente da Milano, il treno per Ventimiglia era in ritardo di trenta minuti; la giovanetta si recò nella sala d'attesa.

A Garibaldi urgeva senza perdere un istante dirigere la prora verso la costa della Liguria per essere più vicino al teatro della lotta, ed offrire senza esitare il braccio suo e dei suoi a Carlo Alberto. I venti lo obbligarono ad approdare a Nizza, ed alle 11 antimeridiane del 21 giugno 1848, inalberante la bandiera di Montevideo, gettava l'ancora nel porto della sua Citt

Perchè non sono partito anch'io, quando gli altri andavano a battersi?... Pensò... pensò, cercando una scusa, ma non la trovò. Si sentiva la testa balorda che gli girava: il cognac incominciava a fare il suo effetto. Dov'ero io, nel 59?... A Monaco, a Monaco; a far saltare la roulette!... E nel 60?... Non mi ricordo... non mi ricordo... Ah, ... Nel 60 ero a Nizza.

Volevo dirti, che tutti provvedono alla propria sicurezza. Oggi partirono i Salvadego, i Rho, i Gallarate, i Marcellino, i Mariani, i Ferreri, tutti per Venezia, ove ci rechiam noi. Jeri il Besozzi e il Moriggi e il Lampugnani partirono per Nizza; è da più mesi che tutti i giorni parte qualcheduno, e parte per non ritornare mai più. Mai più? chiese il Palavicino scuotendosi; mai più, chi lo dice?

Nizza era bella, e Maurizio non voleva negarlo, dopo averlo riconosciuto tante volte. Ma era vuota, Dio santo, fredda e senza luce; il mare d'inchiostro; la via della Stazione un deserto; il Castello un catafalco; la passeggiata degli Inglesi un mortorio. Così tingiamo noi le cose del colore dell'anima nostra.

Quel generale, che avrebbe fatto ancora una così bella figura a cavallo, possedeva un magnifico stato di servizio. Nizzardo di nascita, aveva raggiunto il grado di capitano nell'esercito, piemontese, combattendo in Crimea e quindi in Lombardia nella campagna del '59. Dopo la cessione di Nizza alla Francia, era stato tra quelli che avevano optato per la nazionalit

Può la Monarchia, che diede Nizza alla Francia imperiale, ritorgliela? Può, dopo d'avere abbandonato il Trentino gi

Sarebbe assai utile d'invitare il Garibaldi, che sta in Nizza, uomo atto alla guerra che si combatte in questo momento presso di noi ». Il consiglio trovò ascolto; e di a poco, essendo Garibaldi andato a Genova, ecco che vi arriva Paolo Fabrizi, e a nome del Governo Siciliano lo invita a correre in aiuto dell'isola pericolante.