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Era una squisita giovine creatura, molto bionda, con la carnagione trasparente come se fosse in porcellana di Sèvres. Aveva due magnifici occhi, appassionati come gli occhi d’una educanda la quale si strugga di solitario amore; il suo corpo era esile ma ben formato, voluttuoso più de’ suoi occhi, attraente come la sua pericolosa innocenza. Quel giorno era venuta in automobile da Biarritz verso l’ora del ; anch’ella, come Socorrito fiore di Siviglia, sperava che si giocasse alla «roulette». Aveva trovato invece quell’orribile «trente et quarante,

Costui, d'un marchesato un po' dubbio, aveva i suoi possedimenti nelle vicinanze di Santo Fiore, e a Borghignano teneva casa: dissipatore vizioso, l'inverno, anzi quasi tutto l'anno, egli viveva a Monte Carlo, e solamente quando la roulette gli faceva le corna, rimpatriava per cercare un'ipoteca o per vendere, affettando un disprezzo olimpico per la provincia e i suoi abitanti.

Perchè non sono partito anch'io, quando gli altri andavano a battersi?... Pensò... pensò, cercando una scusa, ma non la trovò. Si sentiva la testa balorda che gli girava: il cognac incominciava a fare il suo effetto. Dov'ero io, nel 59?... A Monaco, a Monaco; a far saltare la roulette!... E nel 60?... Non mi ricordo... non mi ricordo... Ah, ... Nel 60 ero a Nizza.

E in primo luogo diciamo che la disgrazia del marchese non afflisse nessuno in famiglia Bollati. La prosopopea di quel feudatario era stata sempre intollerabile, ma adesso era più uggiosa che mai, dacchè s'era scoperto che, dietro a tanto fumo c'era pochissimo arrosto, e che i famosi castelli moravi erano stati ipotecati per pagare i debiti di giuoco del signor marchese, il quale poi gli altri debiti non li pagava affatto. Siccome però i creditori non avevano l'opinione del signor marchese che un gentiluomo non dovesse curarsi che degl'impegni contratti dinanzi a un tavolino di roulette o di faraone, così le citazioni fioccavano, e raggiungevano l'illustre viaggiatore anche di qua dalle Alpi. I suoi due camerieri, quando avevano ben mangiato e bevuto in cucina, deponevano per poco l'usata albagìa, e ne raccontavano di belline. Essi medesimi, a sentirli, non ricevevano il salario da più mesi, e si adattavano a restare ancora per qualche tempo presso le loro Eccellenze unicamente nella speranza che il conte Zaccaria venisse in aiuto del genero e della figliuola. Gi

A Montecarlo la Roulette la folle Lorelei del Mezzogiorno, dagli occhi verdi, dalla voce d'oro mi attira e mi incanta! Le ho gettato, or non è molto, nella avida gola insaziata tutti i denari su cui potevo mettere le mie piccole mani bianche. «E sono una sognatrice.