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Aggiornato: 5 maggio 2025
Sally è la mia nipotina prediletta, proseguì il vegliardo, crollando la testa bianca. Ah! povera piccola Sally! povera piccola Sally! La signora Avory, immobile, lo guardava. Un terrore senza nome, un terrore lento, gelido, s'insinuava come una serpe nel suo cuore. Edith! E' Edith... che tosse un poco, sussurrò. ~E' Sally~! gridò il vecchio, rizzandosi in piedi.
Lasciane, dei belli.... Ne ho bisogno. Eh!... rispose la bimba, facendo col braccino un gesto largo. Prima che li colga tutti!... Ma se vuoi scegliere, perchè non vieni con me? Mi pare che la mia nipotina del cuore abbia proprio ragione, approvò Perez. Andiamo anche noi.
Le pupille di Diana si velarono di lacrime. Povero zio! ella sospirò. Si ricorda della sua nipotina. Il professore senza far motto riadagiò la bambola sul suo letto di cotone. Poi domandò ironicamente: La sposa non la sposa la sua vedova? Egli alludeva all'Adelaide Nocera il cui marito era morto da un mese.
In fondo al sentiero, tra le sbarre di un cancelletto di legno, si vide una testolina affacciarsi, poi ad un tratto sparire con un breve grido di sorpresa. La vostra nipotina? domandò ella, voltandosi verso Bertini. E la mia, del cuore! rispose Perez.
Erano sulla soglia del giardino, dove lo scultore e la sua nipotina cominciavano ad aggirarsi, chinati sulle aiuole, sui vasi, sulle piccole tettoie che riparavano le piante più delicate dalle intemperie.
I vecchi mettono il forte e saldo soprabito che la nipotina ha spazzolato con cura, prendono il bastone col pomo d'argento, due fazzoletti nelle ampie tasche, la tabacchiera col tabacco fresco e vanno a passeggiare lentamente al sole, a quel sole che anima loro il sangue e lo fa scorrere veloce come vent'anni fa.
Silvia, assisa sopra divano appartato, sfogliando l'albo dei ritratti e sfiorando col mento la testa bionda d'una nipotina, non dava segno apparente di attenzione, ma bevea con avidissimi orecchi il grato eloquio dell'oratore faentino; e quand'egli ragionò del brillante coraggio di Zasio, io la colsi mentre, disotto agli archi delle magiche ciglia, essa saettò sul maggiore un'occhiata sfavillante di gratitudine, e, scolorata in viso, svolse con più rapida mano le pagine dell'albo.
Sicchè era sempre attorno or per una cosa, or per un'altra, e un po' di riposo l'aveva solo la sera, quando, messa a letto la nipotina e fattala addormentare con una fiaba, andava a sedersi vicino al tavolino dove il fratello faceva invariabilmente la solita partita a scovertino con padre don Giuseppe. Nella stanza regnava il silenzio rotto solo dalla voce monotona de' giuocatori: Coppe. A lei.
Alfredo non aveva mai voluto servi stabili, perchè.... instabili. La sua provvisoria factotum, era la vecchia portinaia Geltrude e, e la di lei nipotina Benedetta d'anni dodici, abbastanza disinvolta e loquace, avrebbe fatto da segretario intimo. Ora diteci voi, lettori, qual sorta di esistenza trascinasse Alfredo?
Allora si pose a far la posta, non perdendo più d'occhio la cara nipotina, e quel venerdì, appunto, nel quale Lalla e Giacomo dovevano vedersi per andare dalla Prefettessa, egli le tenne dietro appena uscì di casa, la vide incontrarsi col Vharè, salutarsi, fermarsi e poi, bel bello continuar la strada... insieme.
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