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Aggiornato: 27 giugno 2025


È dunque facile immaginare quale fosse la mia sorpresa quando ricevetti una lettera dello zio, che aderiva pienamente al mio piano, lodava l'ottima scelta, mi muniva d'una commendatizia pel signor Nicola, nella quale appoggiava la mia domanda con argomenti decisivi, e prometteva d'intervenire alle nozze. Però, secondo i miei presentimenti, l'aritmetica non mancava, ma questa volta i calcoli del buon zio non erano fatti per dimostrare la mia inferiorit

Io alzai la testa sdegnato a tale notizia, e non volevo accettare la burla, ma il signor Nicola, mettendomi una mano sulla spalla, mi costrinse a tacere.

Allora, soggiungeva il signor Nicola, bisogna pensare ad altro. Ci permettete, non è vero, Daniele, di trattarvi in amicizia e di occuparci dei vostri affari?... È il massimo favore che possiate farmi.... Orbene, che ne pensi, Agata?

Il signor Nicola tirò fuori da un armadio parecchie bottiglie, dicendomi: Ecco il vino di Sassella, onore della nostra Valtellina; ed assaggerete anche degli altri vini dei nostri monti che non sono privi di merito. Poco dopo entrarono le signore portando ciascheduna qualche cosa.

Nicola, cugino di messer Pietro, intascava per ogni nuova bastita dugento fiorini, e questi in prezzo dell'opera sua, mentre assai più gliene erano pagati per l'opera degli artieri, ai quali non ne dava neanco cinquanta. Ma queste forse erano ciarle dei malevoli.

Intanto il povero Savarella viveva tranquillo contento come una pasqua, non sospettando per nulla che terribile tempesta si stesse addensando sul suo capo. S'eran trovati gli uomini per fare il tiro, i danari per provvedere alle prime spese, bisognava trovare un luogo sicuro dove poter tenere nascosto il sequestrato. Nicola s'era lambicato il cervello inutilmente.

Appena presa residenza stabile in paese, il signor Nicola mi condusse a fare le visite di dovere alle autorit

Il signor Nicola si burlava di Martino, il quale non osava appressarsi al fuoco per timore che le scintille prodotte dallo scoppiettare della legna gli abbruciassero l'abito nuovo d'inverno, che dovendolo preservare dal freddo, lo obbligava intanto a star lontano dal caldo. Dunque lo scopo de' suoi lunghi risparmi era mancato.

Il signor Nicola mi versava continuamente da bere, l'Agata accarezzava Bitto e gli dava dei buoni bocconi, egli divorava ogni cosa, e continuava a guardarmi con gioconda espressione, quasi volesse dirmi: Bravo Daniele, hai trovato una casa ove si fanno le cose per bene. Dopo cena il discorso si fece animato.

Il dottore mi avvertì che ogni speranza di salvare il signor Nicola era perduta, l'Agata non abbandonava più la camera dell'infermo, il giorno la notte, prodigandogli le cure più affettuose insieme alla madre. Una mattina egli volle ricevere i sacramenti, circondato da tutti i suoi cari. Sono momenti solenni, che si scolpiscono indelebilmente nella memoria.

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