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Aggiornato: 16 giugno 2025


La scena dove si rappresenta la favola è Napoli. NEPITA, ESSANDRO sotto nome e abito di Fioretta fantesca. NEPITA. Non può esser mai pace in una famiglia, quando vi capita qualche fantesca di cattiva condizione. Da che ha posto piede in casa questa maladetta Fioretta, non ci è stata piú ora di bene.

Giunto, mi butta le braccia al collo e mi mille baci, dicendo che mentre baciava me, le pareva di baciar mio fratello.... NEPITA. La povera figlia diceva il vero, non s'ingannava. Alfine?

NEPITA. Se fussi gravida, mi sgravidarei: l'ha narrato con tanto sapore che m'ha fatto venir la saliva in bocca. SANTINA. Oimè, che dici? GERASTO. Quanto ascolti. NEPITA. Alfin, tu serai stata la ruffiana a tua figlia, che la tenevi in gelosia sempre serrata con lei. SANTINA. Ahi, che mirandola oggi in fronte gli leggeva il commesso peccato! Ma chi avesse potuto pensar questo?

O Dio, a che pericolo mi trovai! che pensiero sarebbe stato il mio, se trovato altro di quel che pensava!... NEPITA. Ah, ah, ah, con quanto piacere ascolto questo!

ESSANDRO....Alfin mi scuopre ch'era innamorata di lui e che la sua pena era indicibile, e mi priega che gli porti alcune ambasciate e presentucci; e io, tutte le risposte che piacevano a me, glie le diceva da parte di mio fratello. NEPITA. Io non ho inteso al mondo mai la piú bella istoria: orsú, che pensi di fare?

ESSANDRO. Farò che tocchi la veritá con le mani. NEPITA. Or questo è altra cosa. ESSANDRO. Va' e dille che si facci su la fenestra, ché vuol ragionarmi, e a questo effetto sono qui fuora. NEPITA. Volentieri.

Questa arte dovevi far tu, quando eri giovane. NEPITA. E ti par dunque ch'or sia vecchia? ESSANDRO. Mi par, no; lo tengo per certo, . NEPITA. Dunque hai per certo che sia vecchia? ESSANDRO. Tu stessa il dici. NEPITA. Menti per la gola: odoro piú io morta che tu non puzzi viva, e a tuo dispetto son piú aggraziata di te.

NEPITA fantesca ESSANDRO giovane, sotto abito e nome di Fioretta fantesca CLERIA giovane innamorata GERASTO vecchio PANURGO servo di Essandro FACIO dottor di legge ALESSIO giovane PELAMATTI servo SANTINA moglie di Gerasto MORFEO parasito GRANCHIO servo di Narticoforo NARTICOFORO pedante Speciale Capitan DANTE spagnuolo Capitan PANTALEONE spagnuolo APOLLIONE vecchio TOFANO servo.

NARTICOFORO. Te allucini, te inganni. NEPITA. Cosí non fusse egli venuto mai! GRANCHIO. Cosí non avessimo trovata viva te! NEPITA. O s'avesse rotto le gambe per la via... GRANCHIO. O t'avessi rotto il collo tu... NEPITA.... egli, suo figlio e chi fu cagion che venisse! GRANCHIO.... tu, tuo padrone e chi ti d

NEPITA. Parlate onesto, se pur vi piace, che vi devreste vergognare. NARTICOFORO. In che ho peccato?... NEPITA. Andate in bordello, vi dico, e innanzi quelle donne ragionate di questo. GRANCHIO. Certo, queste parole l'hanno guasto lo stomaco. NEPITA. Certo, che dovete essere un bel pappalasagni.

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