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Aggiornato: 10 luglio 2025
O quanto in tutto è prive d'intelletto Quel che in volubil dona, ferma il core: Me havevo di costei fatto suggetto: A doglia a stratio, a danno, e a dishonore Et hora ho inteso, che in un vil negletto Ha fermata sua speme, e ogni suo amore: E per più mia vergogna e più suo scorno Lui fugge & ella il segue, e notte e giorno
Lucertolo rifletteva. L'avvocato gli scuopriva un altro punto debole delle sue ricerche. Egli aveva negletto di risalire all'origine del reato. Però non si perdette d'animo.
Di questo balzo meglio li atti e ’ volti conoscerete voi di tutti quanti, che ne la lama giù tra essi accolti. Colui che più siede alto e fa sembianti d’aver negletto ciò che far dovea, e che non move bocca a li altrui canti, Rodolfo imperador fu, che potea sanar le piaghe c’hanno Italia morta, sì che tardi per altri si ricrea.
Flebil vista a mirarsi Sulla terra stillar vile e negletto Il tronco, onde Ellesponto anco paventa: Atro il bel volto e sparsi I crin fra il sangue, e del feroce aspetto La bella luce impallidita e spenta! CHIABRERA, Ode in morte di Astore Baglione.
Di questo balzo meglio li atti e volti conoscerete voi di tutti quanti, che ne la lama giu` tra essi accolti. Colui che piu` siede alto e fa sembianti d'aver negletto cio` che far dovea, e che non move bocca a li altrui canti, Rodolfo imperador fu, che potea sanar le piaghe c'hanno Italia morta, si` che tardi per altri si ricrea.
Ella non avrebbe voluto incontrarlo in quel momento; pur gli tese la destra in atto amichevole, e gli domandò con dolcezza: Come state, Cipriano? Il giovine le si pose a fianco. Era pallido, più negletto del solito nel vestire; aveva la barba e i capelli rabbuffati. Grazie di quello che ha fatto per la mia povera mamma egli disse. Oh, la mamma le voleva tanto bene! Lo so, Cipriano....
Era seria, pallida, aveva gli occhi lucenti come se avesse la febbre, e nella sua persona nel suo abbigliamento, c'era qualcosa di negletto, che colpiva di più perchè insolito. Alzò gli occhi dal libro con un «oh!...» languido, e gli stese la mano languidamente, mentre con l'altra posava languidamente il volume chiuso sul marmo del caminetto.
Di repente al fascino Di tua fiorente giovinezza audace Fuggì mia speme a vol; E il mio splendido sogno infranto giace, L’ali spezzate, al suol. Se tu sapessi come punge l’anima L’acuta spina d’un dolor profondo, Quando fugge l’amor.... Come par vuoto e desolato il mondo. Quando negletto e senza meta è il cor!...
Ei quì di vimi rusticani un tetto Per sè compose; e non usate piume, Ispide paglie gli prestavan letto, Mentre Febo nel mar chiudeva il lume: Furono i manti suoi bigio negletto; I cibi l'erba, le bevande il fiume: E di mille infelici a sè devoti, Umil pregando, egli adempieva i voti.
Parola Del Giorno
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