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Aggiornato: 7 giugno 2025
Cento e cento lumi si accesero e si sparsero ben tosto per tutta la Fortezza, lungo il lido, e sulle navi, poichè nessun uomo fu tardo ad allestirsi e porsi in armi al battere di quella diana.
Nell'impeto primo dell'assalto le navi ducali urtando in molte delle navicelle mussiane che s'erano spinte avanti, varie ne rovesciarono, altre ne resero malconcie e le costrinsero presso che tutte a trarsi addietro; ma allorquando i grossi legni del Medici, con un fuoco ben nutrito e continuo di bombarde e falconetti, fecero rallentare quella foga nemica, le barche minori vogarono di nuovo alla presa, e cacciatesi sotto i bordi delle navi comasche, in parte schermendosi, in parte non curando arditi la grandine di palle che era fatta su di esse cadere, i guastatori, martellando colle scuri e le mazze, incominciarono l'opera del tagliare, rompere, divellere le tavole di che ne erano contesti i fianchi, e gli incendiarii del gettare per entro agli squarciati seni fiaccole accese, fasci di stoppie impegolate, lane intinte nelle rage e nell'olio, cui avevano dapprima appiccato il fuoco.
Tenner quei di Maganza un gran consiglio, e stabilîr che fogli pubblicati de' popoli mettesser sotto al ciglio le magagne de' cherici e de' frati, e dipignesser l'antico naviglio in confronto alle navi de' prelati, e usurpi e vizi e gran taccagnerie de' direttori delle sacristie.
Nel porto si vedevano cinque piroghe, grosse come fuste spagnuole, di quindici banchi ciascuna. Sicuramente erano villaggi in vicinanza; ma i naturali, alla vista delle navi straniere, erano tosto fuggiti alla macchia.
Era bel vedere due fregate inglesi alla vista di Tolone, ove ancoravano cinquanta navi da guerra francesi, dal brigantino al vascello a tre ponti, e qualunque movimento importante di quelle navi veniva, dopo pochi giorni, segnalato da una delle due fregate all'Ammiraglio.
O Mare! ti libera dalla palpitazione immonda delle vele membranose che s'intrecciano come ali di vampiri, e che covano sui ponti delle navi le balle scintillanti simili a enormi uova d'oro!...
Delle norme ossia terminazioni regolavano il servizio di queste vivanderie, specie sulle pubbliche navi, ma l'ingordigia dei bettolieri era assai spesso più forte anche delle terminazioni. Lo sconcio era anzi giunto a tal segno, poco avanti alla caduta della Repubblica, da indurre il generale Salimbeni a proporre al Savio alla Scrittura dei provvedimenti radicali in materia: «Bisognerebbe egli diceva assegnare ad ogni camerata di 10 soldati almeno una caldaia da polenta, una secchia di larice cerchiata ed una tavola per rovesciarvi di sopra la polenta stessa... Sarebbe inoltre desiderabile, per liberare il soldato dall'obbligo che ora ha di spendere la mòdica sua paga in una bettola, o bettolino, con grave danno della disciplina e peso della sua sussistenza, di fornire anche la legna necessaria per cucinare il cibo. Con questi mezzi si potrebbero tener uniti i soldati, lontani dalle osterie, dove è forza che dimentichino la loro nativa semplicit
Sull’ora del tramonto, fu risoluto il ritorno alle navi. I naturali stettero estatici sulla rena a vedere i loro ospiti che montavano nei palischermi; ed anche aiutarono con le loro braccia a spingere in mare quelle massiccie piroghe.
Il giorno 6 di aprile le truppe Sarde ebbero cogli Austriaci un forte scontro al ponte di Goito ed a Monzambano ove i bersaglieri comandati dal Colonnello Lamarmora, il battaglione Real Navi e i cannonieri si copersero di gloria. Il giorno 13 s'investiva Peschiera con vivissimo cannoneggiamento.
Allo spuntare d'un freddo mattino salparono le navi del Castellano dal porto di Musso: era il lago coperto da una folta nebbia che toglieva ai naviganti ogni distinta vista del legno in fuori su cui ciascuno veleggiava e delle acque per poco spazio dintorno; l'altre navi che solcavano di conserva le onde, si scorgevano in forma offuscata e confusa, e le più lontane non si vedevano affatto.
Parola Del Giorno
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