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Aggiornato: 7 maggio 2025
Cielo, acque, foreste, fiumi, montagne, intrichi di navi e citt
Ella provò tutti li incanti su ’l forte animo dell’eroe per trattenerlo: cieca, una notte gli offerse la gioia delle sue membra e all’alba rimase ebra tra i guanciali, con la testa pendula fuori della sponda, con li occhi spenti, le braccia morte. Ma poi, quando file di dromedari e di camelli con i lunghi colli carichi di musici e di danzatrici portando doni discesero dalla reggia al mare, le navi dell’eroe gi
Le navi che trovavansi vicine a quelle che ardevano, fecero forza di remi per allontanarsene, paventando che lo scoppio che doveva necessariamente susseguitare, dardeggiando fiamme e tizzi all'intorno, comunicasse loro l'incendio.
Una cosa era necessaria, perchè niente di simile accadesse a Cristoforo Colombo: che tra la sua piccola squadra navale e le famose colonne d’Ercole corressero leghe marine a parecchie centinaia. Ma come sperare che quei marinai, costretti a navigare per forza, si adattassero a fare, senza un tentativo di ribellione, parecchie centinaia di leghe? E se la ribellione ci fosse stata, e se le navi avessero dovuto dar volta, che vergogna per lui! quale impossibilit
Si potrebbe anche ritorcere contro di noi. Ho bruciate le navi; disse il padre Agapito, stendendo le palme e allungando il collo in atto di rassegnazione. Tanto, badate a me, il padrino Adelindo non rimane più a San Bruno. Il priore non lo metter
Ma non poteva ancora il mal talento studiarne qualchedun’altra, per far ritornare indietro le navi? La paura è tanto ingegnosa!
Una marina non s'improvvisa, perchè non bastano le navi formidabili quando mancano gli uomini da mettervi sopra: e la marina argentina ha bisogno ancora di tempo per creare tutti gli uomini che le necessitano, per non ricorrere, come ora, al personale straniero. Ma la strada che essa ha rapidamente percorso è certo una buona garanzia per l'avvenire suo.
Sono portati in quelle parti a' nostri tempi gli ongari parte per la via di Polonia e Moscovia, daddove passano in Persia molti mercanti che, traversando il Mar Nero, vanno a Trabisonda, e di lá in Erzerum, daddove passano nella Persia, ove col traffico traggittano ancora nelle Indie; parte per l'Ongheria stessa passano a Costantinopoli, e, di lá sparsi per la Turchia, sono da' mercanti portati pur in Persia con le caravane, che da varie parti di quell'imperio colá si portano e seco recano ancora zecchini, che d'Italia continuamente calano in Turchia, e sultanini o «suraffi» dal Cairo; e parte ancora con le caravane d'Egitto, che, traversando i deserti d'Arabia, vanno a trafficare in Balsera sul golfo di Persia, ove cápitano con varie merci persiane ed indiane navi.
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