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Aggiornato: 6 giugno 2025


Odoardo ella esclamò ad un tratto, prendendogli tutte e due le mani Odoardo, tu mi inganni, tu mi nascondi il vero. Se le cose fossero come tu dici, non saresti così turbato... Ci dev'esser di peggio, di peggio assai... No, Roberto non t'ha scritto, Roberto non t'ha mandato nessun'ambasciata; la disgrazia della quale tu parli ha colpito lui, lui solo forse...

Ormai il sospetto si era inoltrato addentro nel suo cuore. Monti, lo ripeto, tu mi nascondi qualche cosa. Nulla, te ne assicuro. Ma via, calmati. Non vedi come io stesso sono tranquillo? Che cosa ti metti in mente? Prese il cappello, e allontanando dolcemente la moglie, si avviava. No, non partirai, esclamò a un tratto Lucia con accento risoluto. Tu vai ad esporti a qualche pericolo. Ne son certa.

Non mi nascondi nulla, in fondo all'anima? Dopo un istante di lotta interiore, egli confessò: , ti ho nascosto qualche cosa.... Non sono stato sincero.

Talvolta, ella si alzava dal suo posto, andava verso un balcone, andava nell'altra stanza: egli indovinava che Clara rasciugava queste poche lacrime: l'avanzo dei grandi pianti antichi, Perchè ti viene da piangere, guardandomi? le domandò, infine, turbato assai di ciò, intravvedendolo. Io? No, non piango. Perchè me lo nascondi? Non sono il tuo migliore amico? Amico? Io non ho amici.

Naturalmente. Adesso che ha una specie di re per le mani, tu puoi risparmiar di salutarla, perchè conti anche meno del solito. I due amici s'avviarono ridendo verso la sala rossa. A proposito, soggiunse Berto. Ti ho reso un piccolo servizio, questa sera. Mi fai tremare! esclamò Filippo. Coraggio! C'era la Fioresi che schiattava dalla voglia di saper che cosa fai, come vivi, dove ti nascondi.

Ecco, il Sole si desta Ad altra e nova e più gioconda guerra: E te volendo aver de la sua festa, Ne le guance di rosa Che gli nascondi invano, Di giovinezza il primo fior saluta; dalla abitazione del Califfo: Laggiù tra verdi fronde Carche d'esperie poma Un candido s'asconde, A la frescura in sen E al vaporante aroma, Paradiso terren.

Fonte d’oblio che ti nascondi ai raggi del sol, tu vedi le mie mani in croce. Ti riconosco. Sola ormai la voce tua vince i vasti cantici selvaggi. Prendimi!... Ansando io fino al cuor m’immergo, che si contrae nel subitaneo spasmo, ma resiste. In te nasco, in te mi plasmo, del battesimo tuo la fronte aspergo.

La madre, nel contrasto, sente sotto la sua mano la durezza di un’arme corta e sottile, nascosta nelle pieghe della veste bianca, entro la cintura. Costanza. Che hai qui? Mortella. Ora mi frughi? Non voglio. Ella si dibatte, e respinge le mani insistenti. Costanza. Mortella, Mortella, che hai qui? che nascondi? Mortella. Non voglio essere frugata. Lasciami. Bada! Non mi spingere all’estremo.

In qual giardino ti nascondi, frutto celeste, ch’io ti spicchi, ch’io ti sprema sulle sue labbra

Tu ti diverti a torturarmi, e i brividi misuri e godi della mia paura. Ti nascondi, talvolta: e allor m’avvedo, ecco, ch’è maggio, e che nel ciel le stelle son come i fiori sulla terra; e delle stelle e dei fiori uguale, ecco, mi credo.

Parola Del Giorno

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