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Aggiornato: 1 luglio 2025


Un nodo spaventevole di tosse sorprese in questo punto il Luciani, e parve dovesse restarne soffocato: anelavano convulsi la gola e il petto; umore viscoso gli gocciava giù dalla bocca e dalle narici; gli occhi venati di sangue gli scoppiavano fuori dai cigli, e ciò nonostante singhiozza ringhioso: Con... confe... confessate... scellerata! Sono innocente.

In quel frattempo, passeggiando col capitano, osservai per la prima volta, colla scorta delle sue indicazioni, i cavalli marocchini. Sono tutti di piccola statura, tanto che tornato in Europa, coll'occhio abituato alle loro forme, i cavalli europei, anche di statura mezzana, mi parvero, sulle prime, enormi. Hanno l'occhio vivo, la fronte un po' schiacciata, le narici molto aperte, le ossa zigomatiche molto sporgenti, la testa quasi tutti bellissima; lo stinco e la tibia un po' curvi, ciò che d

La seconda corsa è pure a disvantaggio di Gisulfo: dappoichè egli fracassa l'asta sua sullo scudo dell'arcivescovo; questi lo colpisce di tal poderosa maniera sulla corona principesca, sormontante la celata, che rotte le gorgiere, lo fa percuotere delle spalle sulla groppa del cavallo, e spiccar sangue dalle narici.

Si rotolavano entrambi per terra mordendosi a vicenda, e ingegnandosi di stringersi alla gola: di tratto in tratto cacciavano urli disperati; si laceravano co' denti; si sgraffiavano con le ugne; si pestavano a pugni; l'anelito usciva fumoso dalle narici e dalla bocca; il cuore, tremante per tremendo palpito, minacciava scoppiare loro nel petto... orribile lotta era quella!

E realmente, dopo poco, comparì un fantasma spaventevole, d'un'altezza spropositata, gettando fuoco dagli occhi, dalla bocca e dalle narici, ed accompagnato da una folla d'altri spiriti, non così alti, ma anch'essi gettando fuoco da tutti gli orifizii. Tutt'altri che il nostro Chiassi avrebbe cominciato per regalare agli spiriti la mezza dozzina di palle del suo revolwer.

Intanto, passeggiando su e giù, faceva i suoi esercizi respiratorii turando con un dito una delle narici, aspirando forte e respirando a bocca chiusa; turandosi l'altra narice e riprendendo ad aspirare e a respirare a bocca chiusa.

Teneva il muso basso, con le narici dilatate, quasi volesse fiutare l’espada e misurare l’attimo della terribile cornata. Non era tra loro più spazio che quello d’un braccio teso, d’una lama diritta.

Nessuna risposta. Non avete mutato nulla ai vostri propositi, riguardo all'andare in Italia a scrivere il vostro libro? No, nulla, disse Nancy, con due strisciette bianche ai lati delle narici. Lo pensavo. Poi camminarono in silenzio. Il fiume scorreva, verdemarino e liscio e lucido come seta giapponese. Gli uccelli cantavano, e il vento correva sui papaveri. Nancy, diss'egli.

Gli occhi di Beatrice, dilatati in guisa strana, pare che avventino fiamme: le narici aperte sussultano: le labbra compresse, il seno palpitante, i capelli sciolti le fremono dietro le spalle: la gamba sinistra ferma, e tesa in avanti; diritto il corpo; il pugno manco chiuso, e la destra accosto al fianco armata di spada con la punta in alto, in atto di ferire.

Quando una sessione, una discussione era finita, mentre i suoi colleghi si alzavano in fretta, e apparivano sodisfatti di andarsene, egli diventava cupo, attristato; l'idea di dover tornare a casa, delle accoglienze, che gli avrebbe fatto la rozza e irosa Megera, il suo carnefice in gonnella di rigatino, lo atterriva. Era lungo lungo, secco, calvo, con un naso sperticato, di larghe narici.

Parola Del Giorno

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