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Aggiornato: 3 giugno 2025
«Si muore! Nella tarda et
«Poniamolo dotato d'ingegno logico. Non potendo da per sè solo emancipare il mondo, ei s'avvezza facilmente a credere che il lavoro emancipatore non è suo debito: non potendo, col solo esercizio dei suoi diritti individuali, raggiungere il fine, ei prende rifugio nella dottrina che fa dei diritti mezzo e fine ad un tempo. Dov'ei non trova modo di liberamente esercitarli, ei non combatte, non muore per essi; si rassegna e s'allontana. Ei fa suo l'assioma dell'egoista: ubi bene, ibi patria; impara ad aspettare il bene dal corso naturale delle cose, dalle circostanze, e convertito a poco a poco in paziente ottimista limita la propria azione alla pratica della carit
Scorso qualche tempo, le parve udire una voce in mezzo al fracasso spaventoso degli elementi scatenati; alzossi per accertarsene, ed accostatasi all'uscio, riconobbe Annetta, la quale, quando le fu aperto, gridò: «Essa muore, signorina, la mia padrona muore.»
Fatti animo, Vittore, l'interruppe con una cotale bruschezza guerresca il vecchio amico; chè in letto non si muore sì presto come nella prima fila d'un battaglione. Tu sei più giovine di me, e vogliam berne insieme qualche mezzina ancora alla memoria di quel tale.... Zitto!... riprese a stento il malato. Vieni qui, tu, Lorenzo; più vicino.... ho una preghiera a farti.
Si udirono le voci, il trepestio degli operai in commissione, e subito, il Fontanella, frenandosi, vincendosi ancora, andò loro incontro e presentò, con grandi espansioni, l'illustre conferenziere, il benemerito segretario generale. La povera gente che lavora è sempre di buona pasta e quando proprio non muore di fame, si lascia calmare e persuadere facilmente a parole, a promesse.
Lasciate fare, sono giovanotti. Che ne vediamo della vita? Si muore, così, da un momento all'altro! Non c'è che dire sospirò Gaetanella, buttando sul marciapiedi bucce di castagne e di mele dal canestro dei rifiuti. Me ne vado disse la serva buongiorno. Se ripassate e voi chiamatemi. Andremo a vedere insieme...
Chi muore!... Ah sento d'aver avuto l'amore e la speranza!... Perchè mi è dolce l'ultima luce del crepuscolo?... Perchè è tanto soave l'addio di chi ci ha accompagnato fino ai primi tenebrori?... Come sei cara, tu! Tu, e tu, e tu, figlia, bambino, bambini! Come siete cari, voi che, insieme aggruppati al mio seggiolone, mi dite sorridendo: Noi continueremo a vivere, ad amarci, e a ricordarti!
Il più vecchio di questi «soliti» è don Procolo, sopranominato nel quartiere anche il prete senz'anime, perchè non è addetto alla parocchia, ma vive d'incerti, sopra una piccola messa obbligatoria e su qualche candela, quando muore una persona di considerazione.
con le parole che le labbra oranti ripeteran ne’ giorni in cui si muore, pensando il casto viso e gli occhi santi. Più non dovr
La sposa, dico, della vera e prompta obbedienzia con la sorella della pazienzia e con la nutrice de l'umilitá; ché, se egli non avesse questa nutrice, l'obbedienzia perirebbe di fame, perché ne l'anima, dove non è questa virtú piccola de l'umilitá, l'obbedienzia vi muore di subbito.
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