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Fräulein Müller! pronunciò Nancy, quasi in sogno. Ma allora è lei che mi leggeva Uhland e Lenau, quando ero piccola.... Allora Fräulein Müller pianse nel suo fazzoletto, e Nancy si alzò e fece il giro della tavola per andarla ad abbracciare. Poi toccò a Fräulein Müller di alzarsi e fare il giro della tavola per andare a baciare Anne-Marie.

Anne-Marie lo accolse con soddisfazione. Spinse l'arco su e giù sulle corde con molta gioia, ma per poco tempo. Poi divenne impaziente e uscì in giardino a cercare un grosso sasso.... .... Mi faceva delle brutte vociacce, disse Anne-Marie, ritta e impenitente accanto ai frantumi di legno giallo, mentre Fräulein Müller e Nancy crollavano le teste, con dolore e rimprovero.

¹⁸⁴ Müller, Kirchengeschichte, 199 sg.

La conduceva per mano Fräulein Müller, che aveva un graffio sulla guancia. Nancy fu pregata di cantare: «Schlaf, Kindchen, schlaf, da draussen steht ein Schaf»; ed essa lo fece con molta mala grazia e con poca voce.

Era mia intenzione trovarmi a cavallo il domani, al levar del sole, col mio compagno, il celebre acquerellista Müller, per salire sulla cresta dei monti, traversare l'antica foresta dei Volsci ed arrivare al vetusto paese di Norba; ma il cielo cominciò a coprirsi di nubi, e poi il tuono rimbombò sui monti e l'acqua infine scese a dirotto. Disperavamo gi

Mi pare che sappia ben poche cose, continuò Fräulein Müller. L'ho interrogata un po' sull'aritmetica.... sul sistema metrico decimale. M'ha detto, , ! che sapeva tutto ciò; e voleva parlar d'altro. Ma io disse Fräulein con severo cipiglio sono stata molto ferma. Le ho chiesto: Vediamo, per esempio: dove metti i millimetri? Lei non sapeva. Vanno a destra o a sinistra?

Allora Nancy ruppe in alte grida, e siccome non cessava di strillare dovettero rimandarla nella nursery; dove Fräulein Müller, la governante tedesca da poco succeduta a Wilson, le diede, non impunemente, qualche schiaffetto. In salotto la conversazione s'aggirava ancora intorno al genio di Nancy. Non potrebbe essere un genio musicale? domandò Valeria, asciugandosi tristemente gli occhi.

Poi visto che la bimba non rispondeva apriva gli occhi, la mite Fräulein Müller, scrollando il capo, obbedì. ... Quella stessa sera Nancy litigò coi suoi amici Bel Popò e Menton Fleuri. Fräulein, nella penombra della nursery, ripeteva quasi sonnecchiando quei blandi ritornelli, quando al sesto «kikiriki» vide Nancy rizzarsi a sedere nel letto, colle guancie accese e gli occhi saettanti.

Anzi dopo qualche giorno bastava che vedesse entrare sua madre in una stanza, perchè ella ne fuggisse, strillando e pestando i piedi. Fräulein Müller, con astuzia e diplomazia, e secondo un Nuovo Metodo Tedesco, si accinse ad insegnarle in pari tempo l'alfabeto e le note musicali. A, b, c, d... niente di più semplice, disse Fräulein. E cominciò a spiegare.

Allora la signora tedesca, che aveva visto il sorriso e la fossetta, disse all'improvviso con voce tremula e agitata: Lei si chiama Nancy? Nancy la guardò stupita. Poi rispose: . E tutti tacquero, guardandole. Io sono Fräulein Müller, disse la signora tedesca, togliendosi dalla tasca un fazzoletto a orli rosa, e preparandosi alle lagrime. Fräulein Müller!