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La Rondine. Mortella! Ella si copre di rossore. Con una grazia vergognosa, prende la mano della compagna e se la preme contro quella gota. Mortella. Dimmi dunque che è, Gentucca. La Rondine. Ora te lo dico. Ella pensa e s’indugia. Mortella. Ebbene? La Rondine. Non mi vien detto nulla.

Ma io quest’angoscia che t’opprime non la considero come una malattia, come una mania inguaribile. Parlo anzi alla tua ragione, invoco la tua ragione. Mortella. Povera ragione! Giana. Hai tanto scavato in te che è andata al fondo. Mortella. È il suo luogo. Giana. Bene. È il suo luogo, e il luogo della causa. V’è una causa. Mortella. La causa pende. Giana. Ancóra enigmi!

Non c’è nessuno qui, davanti, a cui dobbiate conservare l’attitudine crudele che, per un pervertimento non del tutto nuovo, avete imposta a voi stessa. Non vi ostinate a falsare la vostra anima, che era tanto sincera. Consideratemi come un medico sagace e tuttavia come un amico affettuoso. Siamo soli, siamo noi due soli. Mortella. Credete che siamo noi due soli? Gherardo Ismera. Sembra. Mortella.

Ella s’interrompe, socchiudendo le palpebre, in uno smarrimento puerile. Mortella. E allora? La Rondine. Allora... Rapida, a fior di labbra. mi bacio le braccia. Mortella. Oh piccola! Ma ci deve pur essere un’altra specie d’amore. Giana Guinigi entra. Giana. Ah, ah, le donzelle ragionano d’amore. Le compagne ridono, come in vena di celia. La Rondine. È Mortella che mi fa l’esame e distingue.

Sei tu che hai accompagnata la mamma qui, senz’avvertire nessuno. Bandino. Pensavo che la sorpresa non ti sarebbe tanto sgradita. Mortella. Non ti servire delle solite formole. Non è proprio il caso. Non si tratta di convenienza o di consuetudine. La verit

Dunque, senti; ti ricordi di quella sera piovosa in cui ci lasciammo così nervosamente, uscendo dalla Trattoria dell'Asso di fiori? Così cominciò a dire Cataldo Abbadessa, col quale ero seduto a tavola nel giardino della sua villetta a Cassino, sotto gli alberi di prugne e tra l'odore acre della mortella.

Con che? con la menzogna a due facce, che sembra essere e non è? Giana. Le domo, ti dico. Mortella. Con che? con l’ipocrisia accorta che fa le sue miscele di bene e di male, di falsit

Si fermò dinanzi a una colonnetta spezzata di marmo bianco, che portava il nome di «Anna Ladini.» «Aveva vent'anni quando la tisi la distrusse! pensò; e pregò per l'anima della fanciulla che aveva veduta fiorente di salute, forte al lavoro, felice. Una bruna pietra orizzontale, ricinta da una siepe di mortella, segnava la tomba di Marina del fabbro, morta di dolore per l'abbandono del marito.

E sia! il mio coraggio può guardare la sua azione, senza vacillare e senza impallidire. Mortella. Di più, non avreste potuto, non potreste. Gherardo Ismera.

In quel punto, sollevando la portiera, la madre si mostra. Mortella. No. Bisogna che io ti risparmi. Io posso quel che tu non potresti. Ma la vita non ti risparmier