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Aggiornato: 24 giugno 2025


Ruggero, adunque, salutò i suoi parenti delle Vaie, li ringraziò delle amorevoli accoglienze, chiese i loro comandi per Modena, e partì. Con lui, approfittando della buona occasione, partiva un altro personaggio, il vecchio prevosto delle Vaie. Gran novit

Una scivolata nell'estetica. L'apparato scenico. In Aquisgrana. Un pensiero a Gustavo Modena. Istituzione che va copiata. Sara Bernhardt. Ricordi fotografici. La trinit

Don Pietro Toschi, prevosto di montagna, è a Modena. Vedr

Le presentiamo, caro Don Pietro, il signor conte Gino Malatesti, di Modena. Egli ha voluto dirci il suo nome, ed abbiamo saputo nel medesimo tempo che egli, per causa d'opinioni politiche, è stato mandato a confine in Querciola. Brutto paese! esclamò Don Pietro. Perchè non alle Vaie? Ma ! ribattè il signor Francesco. Glielo domandi un po' Lei. Perchè non alle Vaie?

Era il terzo tradimento regio ch'io vedeva compirsi quasi sotto gli occhi miei nelle cose d'Italia: il primo era la vergognosa fuga del principe Carlo Alberto, carbonaro e cospiratore, al campo nemico: il secondo era quello di Francesco IV duca di Modena, il quale avea protetto la congiura tessuta in suo nome dal povero Ciro Menotti, poi, al momento dell'esecuzione, lo avea assalito coll'armi e tratto prigione fuggendo a Mantova, per poi impiccarlo quando l'Austria gli spianò le vie del ritorno.

Si riunivano i Guelfi sotto le bandiere dei Duchi di Baviera, stipite delle case di Hannover, di Brunswich, e di Modena: i Ghibellini si erano posti a capo i Duchi di Svevia, e così si chiamavano dal castello di Gibeling, che questi Duchi possedevano nella diocesi di Augusburgo.

Ebbene, poichè ci si è entrati, e per nostra elezione, c'è anche onore a non ritornare più indietro. Questi discorsi trattenevano un poco il marchese Paolo. Ma egli non seguì il Duca, quando questi dovette partirsene, e non si ritirò da Modena che quando fu proclamato il governo provvisorio.

Ne giudichi Lei; disse il giovane, cogliendo la palla al balzo. Gino Malatesti, figlio del conte Jacopo, di Modena, si recher

Quando fu di ritorno alle Vaie per l'ora del pranzo, il nostro giovanotto era così ilare in volto, che Aminta gli domandò ridendo se avesse avuto notizie da Modena. Che idea! esclamò Gino. C'è bisogno di notizie della citt

Come mai quella lettera non era pervenuta alle Vaie? Certo, le lettere di Gino erano intercettate all'ufficio postale di Modena. Ma anche qualcuno che conosceva la sua mano di scritto le intercettava in un altro ufficio, sulla via di Fiumalbo.

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